Un foglio di block notes, parole scritte di getto con rabbia e dolore, alcune in maiuscolo, altre sottolineate. Così Barbara Claris ha affidato a una lettera aperta – poi rilanciata su Instagram – lo sfogo per l’atroce perdita del fratello Riccardo, il 26enne ucciso a Bergamo durante una lite tra tifosi. “Riccardo non ha alzato le mani contro nessuno, è stato colpito a caso, alle spalle, mentre tornava a casa”, scrive Barbara, negando con fermezza l’idea che la tragedia sia il frutto di uno “scontro finito male”.
La famiglia Claris è sconvolta. Lo dice senza mezzi termini la sorella maggiore del giovane: “Non ci sono parole per descrivere ciò che proviamo. Riccardo era un bravissimo ragazzo, chi lo conosce lo sa. Qualsiasi cosa sia successa, NON era un violento, NON era un criminale, NON si meritava quanto successo. NIENTE giustifica l’omicidio, comunque!”. E poi, la consapevolezza più dura: “Dovremo convivere con questo dolore per sempre, sapendo che a volte basta trovarsi nel posto sbagliato, al momento sbagliato”.
Riccardo Claris è morto nella notte tra sabato e domenica, colpito da una coltellata in via Ghirardelli, non lontano dallo stadio. Secondo le indagini, il gesto sarebbe avvenuto durante una violenta rissa tra tifosi dell’Atalanta, gruppo di cui faceva parte la vittima, e dell’Inter. I soccorsi sono arrivati rapidamente, ma per Riccardo non c’è stato nulla da fare. Le prime tensioni sarebbero esplose in un bar di Borgo Santa Caterina, dove due gruppi di tifosi si sarebbero affrontati verbalmente. Poi la situazione sarebbe degenerata fino all’aggressione, sotto casa del sospettato, dove è stato trovato il corpo di Riccardo. A pochi metri, il coltello in ceramica utilizzato per colpire: lama e manico erano separati sull’asfalto.
Nel giro di poche ore, i carabinieri hanno fermato Jacopo De Simone, 18 anni, accusato di omicidio. Sarebbe stato lui – stando a una prima ricostruzione – a sferrare la coltellata fatale alla schiena di Claris, forse nel tentativo di difendere il fratello durante lo scontro che avrebbe coinvolto una decina di giovani. Alcuni testimoni parlano di spranghe e bastoni. Domani pomeriggio è fissata l’udienza di convalida del fermo: a De Simone, il pubblico ministero Guido Schininà e il procuratore Maurizio Romanelli contestano l’aggravante dei futili motivi. Nei prossimi giorni sarà l’autopsia, disposta dall’autorità giudiziaria, a chiarire ulteriormente i contorni di questa tragedia. Intanto, gli investigatori del nucleo operativo dei carabinieri di Bergamo continuano ad ascoltare amici e testimoni per ricostruire l’esatta dinamica dell’omicidio.
De Simone, che si è consegnato ai carabinieri e ha confessato l’omicidio, è il fratellastro di Carmine Francesco, arrestato lo scorso 10 marzo per aver ucciso il 57enne Luciano Muttoni durante una rapina nella sua villetta di Valbrembo. L’uomo, 25 anni, era stato adottato insieme al fratello dalla famiglia De Simone che ha poi avuto due gemelli, tra cui Jacopo. Carmine era poi stato allontanato dalla famiglia a causa della sua cattiva influenza sugli altri tre ragazzi in quanto artefice di rapine, furti e spaccio. Un tentativo di tenere i ragazzi fuori dalla cattiva strada che però non è andato a buon fine per Jacopo che, a meno di due mesi dall’arresto del fratellastro, ha commesso un omicidio.
“È stato ucciso in una società malata”, scrive ancora Barbara Claris nella sua lettera. E chiede rispetto, silenzio, giustizia: “Senza violenza, senza mediaticità, senza continue interferenze. Ricordiamolo non solo come ultrà, ma come un giovane ucciso nell’ennesimo episodio di un Paese che ha perso l’empatia e il senso del lutto”. Poi, il saluto straziante: “Mai riuscirò ad accettare che si possa essere uccisi così. Saluto il mio Ricky con il cuore rotto in mano”.
Riccardo Claris era nato a San Giovanni Bianco, laureato in Economia e Commercio, un master in Lussemburgo, un lavoro dallo scorso gennaio in una finanziaria a Milano, Riccardo (Claris come lo chiamano gli amici e gli altri tifosi della curva Nord) oltre ad essere un tifoso di calcio, aveva anche giocato, prima nelle giovanili dell’Albinoleffe, poi in promozione ed eccellenza, l’ultima squadra la Gavarnese. Per lui i tifosi dell’Atalanta ieri hanno esposto uno striscione, accompagnato da cori e applausi, nel settore ospiti a Monza: “Claris ovunque con noi”.