Napoli, De Luca scuote il Giuramento di Ippocrate: “Basta quiz idioti e stipendi bassi”

di Redazione

Servono nuovi medici come il pane alla Sanità campana. L’auspicio è che possano inserirsi quanto prima i 572 neolaureati in Medicina e Chirurgia e in Odontoiatria che hanno prestato il Giuramento di Ippocrate nella sala Newton di Città della Scienza, a Napoli. Alla cerimonia, oltre al presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli, Bruno Zuccarelli, e al presidente della Commissione Albo Odontoiatri, Pietro Rutigliani, ha partecipato il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che ha parlato a lungo – e a tutto campo – davanti a una platea di giovani professionisti e ospiti istituzionali. Testimonial d’eccezione l’attore Maurizio Casagrande, mentre sul palco è salito anche Francesco Giliberti, avvocato e noto come “paziente zero”, il primo a essere ricoverato a Napoli con una diagnosi da Covid, per ringraziare simbolicamente tutta la categoria medica.

De Luca: “Difendiamo la nostra sanità, non buttiamo via tutto” – «Siamo impegnati in queste settimane e nei prossimi mesi a fare in modo che tutto quello che abbiamo realizzato in questi anni nella nostra sanità non sia buttato a mare». Così Vincenzo De Luca, che ha rivendicato il percorso di risanamento del sistema sanitario regionale e l’identità conquistata dalla Campania durante la pandemia. «La vicenda del Covid ha contribuito a costruire la comunità dei cittadini campani, a fare della Campania una grande famiglia. La Campania non ha mai avuto una grande identità, l’abbiamo conquistata in questi anni di lavoro». Il governatore ha ricordato le difficoltà iniziali: «Qualche anno fa, quando andavamo a Roma a fare le riunioni, al Ministero della Salute e dell’Economia ci ridevano in faccia, apertamente. Eravamo una Regione che non aveva approvato i conti consultivi delle Asl da tre anni. Eravamo con la griglia Lea a 103 punti, il livello più basso d’Italia, ed eravamo commissariati per questo. Dovevamo raggiungere almeno i 170 punti. Abbiamo fatto uno sforzo immane». E ancora: «Sprofondavamo nei debiti. Avevamo un ospedale, il San Giovanni Bosco, nelle mani della camorra. Abbiamo dovuto combattere, è stata una storia di fatica, di lavoro, di sacrificio, ma abbiamo costruito una grande comunità».

Numero chiuso: “Basta quiz idioti, selezione sul campo” – Non sono mancate critiche al sistema di accesso alla facoltà di Medicina, in particolare alla questione del numero chiuso. «Non dico nulla sull’iscrizione libera a Medicina, io noto solo le famiglie che mandano a laurearsi centinaia di giovani campani in Romania, in Bulgaria, in Albania, con una situazione drammatica per le famiglie e di tensione per i ragazzi, per riportarli poi in Italia. Ma dobbiamo fare per forza queste sceneggiate?», ha detto De Luca. «Non è preferibile dare un’apertura, far fare la selezione sul campo anziché sui quiz idioti con i quali siamo andati avanti per decenni? Non ho ancora capito quale è il sistema, perché si prevede di fare una selezione dopo sei mesi. Abbiamo solo spostato di sei mesi il problema. Alla fine, chi ha passione e chi ha qualità si fa valere sul campo, non sulla base di un filtro finto, che serve magari solo a tutelare qualche corporazione universitaria».

Pronto soccorso al collasso: “Serve pensione anticipata per chi è in trincea” – Ampio spazio è stato dedicato anche alla crisi dei pronto soccorso e alla questione salariale nel comparto sanitario. «C’è un problema salariale in generale in Italia, ma c’è un problema retributivo che riguarda il personale medico. Noi non possiamo avere figure professionali impegnate, in maniera stressante, sottoposte ad aggressioni, immaginando di non avere un livello retributivo adeguato. Non è possibile. La prima cosa per la quale dobbiamo combattere è questa», ha detto il presidente. «Bisogna avere innanzitutto un aumento generale delle retribuzioni e anche una differenziazione rispetto all’impegno di chi è chiamato a lavorare nei pronto soccorso. Bisogna modificare l’età pensionabile, perché è un lavoro stressante: lo facciamo per chi lavora nelle fonderie, allora facciamolo anche per chi lavora nel pronto soccorso. Può andare in pensione due anni prima, perché è evidente che è sottoposto a una tensione straordinaria».

Carenza di specialisti: “Nessuno si iscrive, rischiamo la paralisi” – L’emergenza nella formazione specialistica è un’altra criticità messa in evidenza da De Luca: «Le specializzazioni per l’emergenza sono in crisi: non si iscrive più nessuno, non troviamo i medici. Quando a volte sentite proteste per i pronto soccorso che chiudono… Non ci sono i medici, non li abbiamo. Dovremmo chiudere i pronto soccorso al Cardarelli, all’Ospedale del Mare, al Ruggi». La proposta del governatore è netta: «Le scuole di specializzazione devono prevedere una retribuzione piena per i giovani medici. Mancano radiologi, mancano anestesisti, in alcune branche noi non abbiamo il personale. Dobbiamo creare un motivo di interesse in più altrimenti non ce la faremo». IN ALTO IL VIDEO

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