Contrabbando di alcol camuffato da disinfettante: sequestrati 120mila litri, coinvolta azienda casertana

di Daniela Rosato

Coinvolge anche il Casertano l’operazione della Guardia di Finanza di Treviso che ha smantellato un traffico internazionale di 120mila litri di alcol etilico, sottratti al pagamento di accise e Iva per un valore complessivo di 1,4 milioni di euro.

L’illecito giro d’affari, con base logistica tra le province di Napoli e Reggio Calabria, passava anche per la provincia di Caserta, dove un’azienda formalmente dedita al commercio di prodotti ortofrutticoli fungeva da schermo per l’importazione di alcol camuffato da liquido disinfettante. A rendere più insidiosa la frode, la documentazione falsa che accompagnava i carichi, redatta appositamente per eludere i controlli delle pattuglie stradali delle Fiamme Gialle.

Il carico di alcol, prelevato in Polonia e fatto entrare nel territorio nazionale attraverso i valichi di Gorizia, Udine e Trieste, era diretto a destinazioni meridionali, scortato da falsi documenti che ne attestavano l’acquisto da parte della società del Casertano. A far scattare l’operazione è stato il fermo, avvenuto lo scorso febbraio al casello di Venezia Est, di un autoarticolato con a bordo 24mila litri di alcol etilico.

Da quel controllo è partita un’indagine più ampia, che ha portato all’identificazione di due responsabili – un cittadino polacco e uno italiano – denunciati per sottrazione all’accertamento e al pagamento dell’accisa e per irregolarità nella circolazione di prodotti sottoposti ad accisa. I finanzieri, con il supporto del Gruppo di Frosinone, della Compagnia di Casalnuovo di Napoli e della Compagnia Pronto Impiego di Aversa, hanno effettuato quattro perquisizioni nei confronti di soggetti italiani coinvolti nel traffico, operando tra le province di Frosinone, Napoli e Caserta.

Determinante, in questa seconda fase investigativa, si è rivelata l’analisi incrociata dei tabulati telefonici e dei dati presenti nel sistema europeo V.I.E.S. (Vat Information Exchange System), grazie alla quale è stato possibile ricostruire un precedente flusso illecito di altri 96mila litri di alcol, anch’esso introdotto in Italia con la medesima modalità fraudolenta.

Secondo le ipotesi investigative, l’alcol sarebbe stato destinato alla produzione illegale di bevande alcoliche — gin, vodka, grappe, whisky, limoncelli e altri distillati — realizzate in laboratori clandestini. Una dinamica che richiama da vicino l’operazione “Special Alcole”, conclusa nel luglio 2024 sempre dalla Guardia di Finanza di Treviso, che portò alla denuncia di 20 persone, un arresto, il sequestro di tre laboratori tra le province di Foggia, Napoli e Caserta e l’accertamento di evasione su accise e Iva per oltre 11 milioni di euro.

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