Traffico rifiuti Italia-Tunisia, Salvestrini (Polieco): “Tenere alta l’attenzione”

di Redazione

“Abbiamo appreso con soddisfazione la notizia degli arresti e dei sequestri, per traffico internazionale di rifiuti, che la Procura della Repubblica di Potenza ha eseguito grazie alla sinergica collaborazione con il personale della Direzione investigativa antimafia e del Gruppo Carabinieri per la Tutela Ambientale e la Sicurezza Energetica di Napoli”. Così il direttore generale del PolieCo, consorzio nazionale per il riciclaggio dei rifiuti, Claudia Salvestrini, commenta la notizia dell’operazione eseguita stamani nell’ambito dell’inchiesta sul traffico illecito di rifiuti tra l’Italia e la Tunisia che, nel 2020, ha portato nel Paese del Nord Africa 7.891 tonnellate di rifiuti stipati in 70 container. – continua sotto – 

16, in totale, gli indagati e tre le aziende sequestrate. 9 le persone arrestate, 5 in carcere e 4 ai domiciliari, tra quest’ultime un funzionario della Regione Campania (un altro è indagato), due misure interdittive e altri 5 indagati a piede libero. Sequestrati beni e conti correnti per un milione.

“Queste operazioni portate avanti dalle Procure – sottolinea Salvestrini – hanno sempre dei risvolti positivi per le ditte nel settore dei rifiuti che operano correttamente rispettando le norme società che vedranno sempre al proprio fianco PolieCo, seppur troppo spesso costrette a subire concorrenza sleale e dumping ambientale”, “c’è da tenere l’allerta molto alta poiché il traffico internazionale di rifiuti è tutt’altro che finito, le destinazioni si moltiplicano ed i controlli sono sempre molto complessi da effettuare”.

Un caso di cui si è interessato, da subito, il Polieco. Nel 2021, in occasione del Forum sull’economia dei rifiuti, promosso dallo stesso consorzio diretto da Salvestrini, il deputato tunisino Majdi Karbai, oltre a ricostruire i passaggi del trasporto dei rifiuti da Salerno al porto di Sousse, fece visionare un video inedito che mostrava come i rifiuti che dovevano essere inviati ad un vero impianto di trattamento fossero stati in realtà stoccati in un capannone di proprietà della Soreplast in Tunisia, impreparato a riceverli (leggi qui).

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