Sant’Arpino, presentato lo studio sul Parco Archeologico di Atella

di Redazione

Sant’Arpino (Caserta) – Si è tenuto sabato mattina, nella sala consiliare “Pezzella” di via Mormile, un importante convegno di presentazione dei risultati della campagna di indagini non invasive sul Parco Archeologico di Atella. – continua sotto –

Le indagini sono state condotte nel corso dell’estate scorsa dal Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, al quale hanno preso parte, oltre ai sindaci di Sant’Arpino, Ernesto Di Mattia, e di Frattaminore, Giuseppe Bencivenga, insieme alla presidente del Consiglio comunale, Antonella Lettera, anche diversi amministratori, le Soprintendenze di Caserta e dell’area metropolitana di Napoli, la dirigente dell’istituto comprensivo “Rocco-Cinquegrana”, Debora Belardo, con gli studenti del progetto “Lavori in Corso” ed esponenti del mondo della scuola, dell’università e della ricerca, tra cui il professore Rodolfo Brancato alla guida delle operazioni del 2023 che ha annunciato la nuova campagna di indagini in programma nel corso del 2024.

“È stato un grande momento di condivisione, – hanno fatto sapere la presidente del Consiglio comunale delegata alla Promozione del territorio, Ivana Tinto, e il consigliere comunale delegato al Parco archeologico, Ernesto Di Serio – che ha visto presenti associazioni, professionisti della materia, studenti, appassionati di storia e studiosi di Atella. Abbiamo voluto fortemente questo momento pubblico per dimostrare che la ricerca archeologica su Atella può ripartire e decollare realmente solo attraverso un esperimento concreto di archeologia partecipata, mettendo in campo ogni sforzo utile in termini di energie, idee, progettualità e speranze per un obiettivo comune: la valorizzazione e rigenerazione di un’intera area a ridosso di quella archeologica, nella quale ricade anche l’ex municipio Atella di Napoli, e per cui diventa determinante lo spostamento in questa sede del Museo Archeologico Atellano, acquisendo una posizione strategica al centro dei comuni atellani, che può rappresentare la chiave di volta del processo di rigenerazione di un territorio in cui il patrimonio storico, artistico, culturale e archeologico della comunità atellana si mette a sistema innescando nuove economie e processi di inclusione sociale”.

A concludere l’evento, l’intervento del professor Giuseppe Limone che ha posto l’attenzione anche sulla necessità di creare una biblioteca specializzata che metta insieme tutte le ricerche fatte, in corso, e a farsi su questa realtà.

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