Camorra e rifiuti, sequestro da 55 milioni a imprenditore legato al gruppo di Michele Zagaria

di Redazione

La Direzione investigativa antimafia ha eseguito un provvedimento di sequestro di beni, emesso dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, nei confronti di un imprenditore napoletano, Giuseppe Carandente Tartaglia, operante nel settore dei rifiuti e della bonifica ambientale, ritenuto vicino al gruppo Zagaria del clan dei Casalesi. – continua sotto – 

Il provvedimento di sequestro trae origine da una proposta di misura di prevenzione, patrimoniale e personale, avanzata congiuntamente dal procuratore di Napoli e dal direttore della Dia, e riguarda quattro società – di cui una di primaria importanza nel settore dei processi e tecnologie per la salvaguardia dell’ambiente – rispettivamente attive nel settore degli impianti di depurazione, nel settore immobiliare, nei servizi di elaborazione di consumi idrici e nella costruzione di opere pubbliche per il trasporto di fluidi, nonché di disponibilità finanziarie per un valore complessivamente stimato di circa 55 milioni di euro.

L’imprenditore è già stato rinviato a giudizio per aver favorito l’attribuzione illecita del subappalto per la realizzazione e la gestione della discarica del quartiere napoletano di Chiaiano alle ditte riconducibili ad un imprenditore del citato clan dei casalesi; per tali fatti gli è stata contestata la partecipazione ad un’associazione finalizzata a commettere i delitti di frode in pubbliche forniture e truffa ai danni di enti pubblici, falsità in atti e certificazioni e violazione delle norme in materia ambientale (tra cui il traffico illecito di rifiuti), avendo, tra l’altro, conferito rifiuti pericolosi utilizzandoli per l’allestimento dell’invaso presso la discarica in fase di esecuzione, reati tutti aggravati dalla finalità di favorire il gruppo riconducibile all’ex superlatitante Michele Zagaria, arrestato nel 2011 a Casapesenna dopo 15 anni di latitanza.

Nei confronti di altri imprenditori strettamente collegati al contesto, il Tribunale sammaritano ha già in corso altre procedure di prevenzione che hanno determinato recenti analoghi provvedimenti di sequestro. La sezione Misure di Prevenzione, infatti, lo scorso anno, anche in questo caso su proposta del Procuratore della Repubblica di Napoli e del direttore della Dia, aveva emesso analogo provvedimento ablativo nei confronti di altro gruppo imprenditoriale, anch’esso coinvolto nella gestione della discarica e dei connessi appalti. – continua sotto – 

La vicenda giudiziaria su cui si fonda la proposta di misura di prevenzione è strettamente connessa alla gestione delle imprese di famiglia da parte dell’imprenditore napoletano che, pur non ricoprendo alcuna carica sociale, in ragione dei suoi precedenti, ha continuato di fatto a gestirle, attribuendo i ruoli societari formali alle figlie, al fine di coprire l’immagine societaria, difendendone così i “requisiti morali” necessari per contrattare con la Pubblica amministrazione.

Il coacervo degli interessi imprenditoriali e criminali è stato approfonditamente analizzato e dettagliatamente ricostruito, sulla base del materiale di indagine raccolto nel corso degli anni ed anche delle prove acquisite in sede dibattimentale, dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale che ha emesso il decreto di sequestro oggi eseguito.

L’importante valore delle società, il ruolo assunto nello specifico settore ed i livelli occupazionali verranno tutelati attraverso l’amministrazione giudiziaria disposta dal tribunale che ripone massima attenzione per questi aspetti al fine di salvaguardare i valori positivi dell’impresa. A tal fine, il tribunale ha istituito recentemente un tavolo tecnico che ha deliberato linee guida per la gestione dei beni sequestrati e confiscati, volte a regolare la fase della procedura di prevenzione nella quale si esegue il sequestro. IN ALTO IL VIDEO

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