Aversa, Giornate Fai: alla scoperta della chiesa di San Giovanniello

di Antonio Arduino

Aversa (Caserta) – La dodicesima edizione delle Giornate Fai di Autunno ha dato la possibilità di accedere a chiese normalmente chiuse, come la chiesa di San Giovanniello, o conosciute con nomi differenti da quelli indicati sul programma ufficiale della manifestazione, come la chiesa di Santa Maria della Pietà, conosciuta col nome di chiesa dell’Angelo Custode. – continua sotto –

La proposta del Fai aversano ha suddiviso la città in quattro quartieri, Costantinopoli, Savignano, Seggio e San Lorenzo, in ciascuno dei quali è stato possibile visitare due delle cento chiese esistenti ad Aversa. Numerosa la presenza di visitatori, soprattutto rappresentati da studenti delle scuole cittadine che hanno ascoltato con attenzione l’illustrazione delle singole chiese fatta da studenti universitari aderenti al Fai. Non sono mancati i cittadini aversani che erano curiosi di vedere, in particolare, le chiese solitamente chiuse e quelle aperte solo per la celebrazione domenicale.

Unico inconveniente è stato che la possibilità di partecipare alle visite guidate era limitata ad un orario estremamente ridotto, raggruppato nei giorni di sabato 14 e domenica 15 ottobre; inoltre, la distanza fra i vari quartieri e la scelta dell’orario di visita per la giornata domenicale, coincidente praticamente con gli orari di celebrazione delle sante messe, ha reso impossibile visitare le chiese in tutti e quattro i quartieri, così è stato necessario scegliere sperando di poter visitare quelle mancanti in occasione di una riproposizione delle giornate Fai.

Una di quelle visitate da Pupia, insieme alla professoressa Anna Grimaldi, delegata Fai, a Brunella Diana, rappresentante dei Giovani Fai Caserta, e a Vincenzo Toscano, è la chiesa di San Giovanniello che si trova in via Costantinopoli. Una chiesa che ospitò i membri di un Ordine religioso cavalleresco nato intorno 1048 a Gerusalemme, intitolato a San Giovanni Battista, chiamati dei Cavalieri Giovanniti o Gerosolimitani. Edificata intorno al 1500, la chiesa era posta fuori dalle mura della città perché doveva ospitare i pellegrini che si recavano a Gerusalemme. Era solo un granaio, successivamente trasformato in chiesa ospitando i frati di quell’ordine, uno dei quali era appunto San Giovanniello. In seguito, fu la cappella privata dei proprietari dello stabile in cui è collocata, la famiglia Pirozzi.

Chiusa per moltissimo tempo, oggi, grazie alla disponibilità dei nuovi proprietari, la chiesetta potrebbe essere riaperta mostrando le bellezze artistiche che contiene, una delle quali è la “Virgo lactans” o “Madonna che allatta”, di autore anonimo appartenuto alla scuola di Giotto, in fase di restauro, voluto e finanziato dai nuovi proprietari dello stabile. Sull’altare una statua che rappresenta non, come ci si aspetterebbe, il santo a cui è dedicata ma San Giuseppe, realizzata come ex voto da una prima proprietaria della chiesetta per ringraziare il santo di averle concesso la gioia della maternità. IN ALTO IL VIDEO

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