Mafia, confiscati beni per 65 milioni a tre imprenditori di Gela

di Redazione

La Direzione investigativa antimafia e la Guardia di Finanza del comando provinciale di Caltanissetta hanno dato esecuzione ad un provvedimento di confisca di beni (di primo grado) emesso dal Tribunale di Caltanissetta – Sezione Misure di Prevenzione, su proposta Avanzata dalla Direzione distrettuale antimafia nissena nei confronti di Salvatore Luca, Rocco Luca e Francesco Antonio Luca, imprenditori gelesi noti nel settore immobiliare e soprattutto in quello della commercializzazione di autovetture, anche di lusso. – continua sotto – 

Gli imprenditori colpiti dall’odierna misura di prevenzione patrimoniale, ai sensi della normativa antimafia, attualmente imputati, in un processo penale, per concorso esterno in associazione mafiosa, sono stati ritenuti soggetti di qualificata pericolosità sociale: in particolare sono emersi adeguati elementi per ritenere, in sede di prevenzione, la contiguità e complicità degli stessi con organizzazioni criminali riconducibili a cosa nostra; una sorta di opportunismo affaristico con esponenti della famiglia mafiosa dei “Rinzivillo”.

Le indagini di natura economico patrimoniale hanno fatto emergere il reinvestimento da parte degli indagati di ingenti capitali, ritenuti dal Tribunale in materia di prevenzione di illecita provenienza, in numerose società, formalmente intestate ai familiari dei predetti, attive nel settore dell’edilizia e della rivendita di autovetture.

Il provvedimento ablativo, valutato in circa 65 milioni di euro circa, trae origine dalle risultanze compendiate nell’ambito di complesse e articolate attività investigative che sono state nel tempo coordinate dalla Dda della Procura della Repubblica di Caltanissetta e delegate con particolare riferimento agli accertamenti economico patrimoniali, sia alla Dia che alla Guardia di Finanza nissena. Tale provvedimento è stato preceduto dal sequestro degli stessi beni eseguito nel febbraio 2021. – continua sotto – 

Nell’ambito del processo penale, nei confronti dei suindicati imputati il Gico della Guardia di Finanza di Caltanissetta aveva dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Caltanissetta nell’ambito dell’operazione “Camaleonte”, con l’accusa di associazione mafiosa e altro in quanto “…pur non essendo stabilmente inseriti nel sodalizio mafioso denominato “cosa nostra” operante in Catania, Gela, Vittoria e territori limitrofi, concorrevano nell’associazione mafiosa suddetta contribuendo sistematicamente e consapevolmente alle attività ed al raggiungimento degli scopi di tale organizzazione mafiosa, e segnatamente della famiglia mafiosa di Gela (Rinzivillo ed Emmanuello)…”.

Le attività economiche e i beni oggetto del provvedimento de qua, riguardano l’intero compendio aziendale nonché il capitale sociale, di 9 società, 31 terreni a Gela, 186 fabbricati a Gela, Marina di Ragusa (Ragusa) e Vittoria (Ragusa), e 23 rapporti bancari, finanziari e polizze assicurative.

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