Aversa, intervista a Gianluca Golia: “Se fossi stato il sindaco…”. “Non mi interessano guerre social e like facili”

di Nicola Rosselli

Aversa (Caserta) – E’ quello che è stato il più vicino a diventare sindaco dopo Alfonso Golia in occasione dell’ultima tornata elettorale amministrativa del 2019, quando raggiunse il turno di ballottaggio contro il suo quasi omonimo. Stiamo parlando di Gianluca Golia, consigliere comunale di un centrodestra moderato, dal quale spesso si è ipotizzato potesse venire un possibile appoggio per l’attuale amministrazione che oramai di centrosinistra ha ben poco, ma lui è rimasto sempre al suo posto senza lesinare critiche quando necessarie alla maggioranza, ma mai sopra le righe. Gli abbiamo rivolto alcune domande. – continua sotto –  

Cosa avrebbe fatto di diverso se fosse stato lei il sindaco? «Sarebbe banale e scontato dire “avrei fatto meglio” ma sicuramente non sarei stato capace di fare peggio di quello che stanno facendo. Sicuramente le difficoltà sarebbero state le stesse, ma sarebbe stato differente il modo di affrontarle. Innanzitutto, avrei cercato di puntare principalmente a rimpiazzare tutte le unità che, per sopraggiunti limiti d’età, sono andati via perché, logicamente, un’azienda non può avere solo manager, è necessaria anche tanta forza lavoro operativa. Successivamente, avrei dato più spazio ad interventi semplici, capaci di donare una qualità di vita quotidiana più decorosa per i cittadini e, a latere, progetti futuri di più ampio spessore. I nostri concittadini saranno sicuramente contenti di vivere in una città che avrà piste ciclabili chilometriche e biolaghi ma sarebbero ancora più contenti di vivere in una città più ordinata, pulita e funzionante. Avrei dato maggiore attenzione al commercio (non dimentichiamo che parte dell’economia di una città si basa anche su di esso), cercando di sposare le esigenze di tutti rispetto a delle linee guida generali e ferree, senza arrivare a determinare dei veri e propri bracci di ferro tra le parti. La lista sarebbe lunga ma i cittadini scelsero di “crederci” (“Io ci credo” era lo slogan dell’attuale sindaco, ndr) e oggi, mestamente, devono prendere atto del fatto che tutte quelle belle parole sono rimaste tali. Poi, politicamente, se mi fossi ritrovato nella stessa situazione del sindaco Golia nel novembre 2020, sicuramente non mi sarei imbarcato in una strada senza uscita, decretando ufficialmente la mia fine dal punto di vista di autonomia. Piuttosto che andare contro i miei principi e le promesse fatte in campagna elettorale, avrei rassegnato le dimissioni, nessun medico ci ha prescritto che bisogna rimanere a tutti i costi anche dinanzi ad oggettivi limiti».

Ci riproverà? «Il mio futuro politico sarà il frutto di una valutazione ad ampio raggio, se ci saranno le condizioni affinché la coalizione di appartenenza possa raggiungere un obiettivo vincente, allora deciderò. L’obiettivo sarà quello di poter dare un contributo serio e concreto alla città, diversamente non mi farò appassionare da progetti tecnicamente già visti».

Ogni tanto si fa allusione ad una sua morbidezza nei confronti di questa amministrazione, cosa c’è di vero? «Si, è vero. Spesso mi si attribuisce un atteggiamento morbido verso questa maggioranza e, come già detto, questo deriva innanzitutto dal fatto che, appena insediata, decisi di dare un credito di tempo alla nuova amministrazione perché, sarebbe stato banale pretendere risposte immediate; poi c’è stata la pandemia e creare polemiche sterili in quei momenti così delicati, sarebbe stato inopportuno. Oggi, però, la mia opposizione continua ad essere caratterizzata dal mantenere toni seri, educati ma fermi, la guerra “social” non l’ho mai considerata la giusta via se non per prendere qualche “like” dai sostenitori “a prescindere”. La politica si fa nelle sedi opportune e con i giusti modi, pacati ma mai deboli». – continua sotto –  

Quali sono le condizioni di salute del centrodestra? La sensazione è che ci siano troppi galli a cantare, sbagliamo? «Oggi il centrodestra ha il dovere di riacquistare la giusta salute per poter ripresentarsi alla prossima tornata elettorale, con lo spirito giusto e con un programma capace di traghettare la città fuori dal pantano in cui si ritrova oggi; la vittoria del centrodestra a livello nazionale, dà la percezione che il trend vincente sia quello ma, sappiamo benissimo che le competizioni locali sono una partita a se stante; le fughe in avanti non hanno mai fatto bene a nessuno e questo potrebbe far perdere una bella occasione di recuperare questa breve battuta d’arresto. Bisognerà fare una giusta riflessione tra tutte le anime che compongono questa compagine politica e, placando le “semplici volontà singole”, capire chi ha più chance di aggregare, andando avanti tutti assieme con un progetto vincente. L’importante è che i galli cantino e non combattano tra di loro stupidamente».

Sino a che punto sono vere le voci di una sua vicinanza politica all’onorevole Zinzi e ai Bisceglia? «Non ho mai fatto mistero della mia vicinanza ad Augusto Bisceglia. Non dimentichiamo che il gruppo di “Forza Aversa” fu il promotore per la mia designazione a candidato sindaco. Di conseguenza, tutti i componenti del direttivo li sento sistematicamente per confrontarci su temi importanti e per coordinare eventuali azioni politiche. Infatti, oltre ad Augusto, ringrazio sempre Paolo Galluccio, Dino Carratù, Michele Galluccio, Nicla Virgilio (per citarne qualcuno) ma anche tutti gli altri candidati e coordinatori con i quali abbiamo portato avanti la competizione elettorale del maggio/giugno 2019 e con i quali c’è sempre voglia di crescere e migliorare per poter offrire progetti utili per la comunità. L’onorevole Zinzi rappresenta un punto di riferimento serio e affidabile al quale mi lega prima un rapporto umano e poi quello politico, essendo un rappresentante serio ed autorevole del centro-destra del territorio. Sicuramente, anche grazie al suo contributo, riusciremo a trovare la strada giusta affinché la coalizione di centro-destra ritorni vincente».

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