“El Dia de Los Muertos”, in Messico si celebrano i defunti ma con gioia: le immagini di un nostro lettore aversano

di Antonio Arduino

Aversa (Caserta) – Un cittadino aversano che si è recato a Città del Messico in occasione della festività dei Defunti ci ha trasmesso dei video che danno un’informazione su cosa accade in quel giorno che per gli italiani, al di là dei “ponti” che fanno abitualmente approfittando dei giorni festivi e quelli intermedi, celebrano la memoria dei cari estinti fondamentalmente in un clima di dolore, recandosi al cimitero e ascoltando una santa messa loro dedicata. In Messico le cose non stanno così. – continua sotto –  

“El Dia de Los Muertos” è una festività molto sentita che si celebra tra il 28 ottobre e il 2 novembre per commemorare i Defunti a seconda del modo in cui sono venuti a mancare. Si comincia ad ottobre con il ricordo dei morti per incidenti, cause violente o annegamento e delle anime solitarie. Poi è la volta dei nati e dei morti prima del battesimo fino ad arrivare al 2 di novembre quando si festeggia, come vuole una leggenda, il ritorno, per quel giorno, dei Defunti sulla terra. La celebrazione ha origine molto antica precolombiane. Per gli Aztechi, i Maya e gli altri popoli della Mesoamerica (regione dell’America centrale e latina comprendente la metà meridionale del Messico, i territori di Guatemala, El Salvador e Belize, la parte occidentale dell’Honduras, Nicaragua e Costa Rica), la morte era considerata un evento naturale della vita da festeggiare soprattutto in occasione del 2 novembre quando si diceva che i defunti tornavano sulla terra per far visita ai propri cari.

Per questo, ancora oggi, i messicani allestiscono in occasione de El Dia de Los Muertos un altare dedicato ai Defunti nella propria casa che rappresenta una sorta di porta che facilita il loro passaggio, permettendogli di tornare a casa ed essere accolti. L’allestimento degli altari avviene secondo regole precise. Prima fra tutte si espongono le foto dei defunti senza le quali essi non potrebbero raggiungere i vivi, poi fiori di colore giallo e viola simbolo di vita e di morte. Si preparano i piatti preferiti dei defunti, il pane dei morti, un dolce a forma di teschio cosparso di zucchero, si dispongono candele, acqua per dissetarli, sale simbolo di protezione. C’è la Caterina, uno scheletro di donna vestito solo di un cappello diventato, nel tempo, una icona della festività e fiori coloratissimi e profumati per permettere ai morti di seguire la loro scia e arrivare a casa. Durante i festeggiamenti adulte bambini si mascherano, ballano e sfilano celebrando la vita di cui la morte è solo un passaggio che non va temuto ma accettato.

Una festa che gioisce della vita ricordando la morte perché se la morte è solo un rito di passaggio non bisogna dimenticarsi di essere destinati a morire, quindi l’esistenza va vissuta appieno. Da ricordare che questa festa è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Le immagini trasmesse dal cittadino aversano che abbiamo montato ci danno un assaggio di quello che accade in quei giorni. IN ALTO IL VIDEO

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