Mosca: “Pronti a considerare summit Putin-Biden al G20”. Lavrov “frena” su nucleare

di Redazione

230esimo giorno di guerra in Ucraina. Il ministro degli Esteri russo, Lavrov, frena sull’ipotesi del ricorso ad armi nucleari e fa sapere che Mosca le utilizzerà solo se la Russia dovesse rischiare di essere annientata. E il Cremlino si dice pronto a considerare un incontro tra Putin e Biden a margine del G20 in Indonesia a novembre. Putin che, mercoledì, incontrerà il presidente turco Erdogan ad Astana, in Kazakistan. Nel frattempo, gli attacchi russi su Kiev e altre città ucraine sono stati condannati dai Paesi occidentali durante l’Assemblea generale dell’Onu. – continua sotto –

Incontro Putin-Biden – La Russia è pronta a considerare un incontro tra Putin e Biden al G20 di novembre in Indonesia, se questa venisse inoltrata. A riferirlo il ministro degli Esteri Lavrov, citato da Ria Novosti e Tass, sottolineando che la Russia non ha mai rifiutato i contatti con gli Stati Uniti.

Draghi a Zelensky: “Attacchi aggravano le responsabilità di Mosca” – In vista del G7 di oggi Mario Draghi ha avuto una conversazione telefonica con il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky. “Il colloquio si è incentrato sugli ultimi, gravi sviluppi della situazione sul terreno con particolare riguardo agli attacchi missilistici condotti dalle forze russe contro Kiev e altre città ucraine – fanno sapere da Palazzo Chigi -. Il presidente Draghi ha sottolineato l’inaccettabilità di questi attacchi brutali, che aggravano ulteriormente le responsabilità russe, e ha confermato la vicinanza dell’Italia alle autorità e alla popolazione ucraine”.

Cina: “Preoccupati per evoluzione situazione” – La Cina esprime “preoccupazione” per gli ultimi sviluppi del conflitto tra Russia e Ucraina, che hanno visto le truppe di Mosca lanciare missili sulle città ucraine, uccidendo almeno 19 persone. “Siamo preoccupati per l’evoluzione della situazione e invitiamo le parti interessate a risolvere adeguatamente le divergenze con il dialogo e le consultazioni”, ha detto nel briefing quotidiano la portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning, senza esprimere condanne specifiche. La Cina, ha aggiunto, “è disposta a collaborare con la comunità internazionale per continuare a svolgere un ruolo costruttivo nell’allentamento delle tensioni”. – continua sotto –

Turchia chiede tregua. Erdogan vede Putin – Il presidente turco, Recep Tayyp Erdogan, incontrerà il presidente russo Vladimir Putin domani ad Astana, la capitale del Kazakistan: lo ha reso noto un funzionario del governo turco. Ieri il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, aveva detto che un incontro tra Putin ed Erdogan era possibile a margine del vertice della Conferenza sull’interazione e sulle misure di rafforzamento della fiducia in Asia (Cica) previsto ad Astana per il 12-13 ottobre. La Turchia fa appello alla Russia e all’Ucraina per un cessate il fuoco “al più presto possibile”. Lo ha detto il ministro turco degli Esteri Mevlut Cavusoglu in un’intervista televisiva.

In Ucraina allerta in tutte le regioni – Questa mattina sono state emesse allerte aeree in tutte le regioni dell’Ucraina, mentre i cittadini si stavano preparando a uscire dalle loro case per recarsi al lavoro o a scuola. I primi segnali di potenziali pericoli sono giunti dalla regione di Vinnytsia verso le 7 ora locale (le 6 in Italia), ma gli avvisi di si sono poi uditi a Kiev circa un’ora dopo e anche nella regione di Leopoli. Dopo l’attacco missilistico condotto ieri dalla Russia, lo stato di allerta resta quindi molto elevato in tutto il Paese. Le forze russe hanno attaccato di nuovo, nella notte, la città di Zaporizhzhia, nell’Ucraina meridionale: lo ha reso noto il governatore della regione, Oleksandr Starukh. Secondo quanto riporta il Kyiv Independent, Mosca ha preso di mira un sito infrastrutturale.

Da Usa altre armi ad Ucraina nei prossimi giorni – Gli Stati Uniti “invieranno nuovi pacchetti di armi all’Ucraina nei prossimi giorni e continueranno ad aiutare Kiev a difendersi per tutto il tempo necessario”. Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby.

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