Aversa, allarme sicurezza per rapine, furti e risse. Golia: “Abbiamo obbligo di dare risposte concrete ai cittadini”

di Livia Fattore

Aversa (Caserta) – All’indomani della rapina in gioielleria con scena da film, la città si interroga. Rapine, accoltellamenti, furti. Il tutto con cadenza quasi quotidiana. A lanciare l’allarme, poco prima di prendere parte alla seduta specifica del comitato provinciale per la sicurezza e l’ordine pubblico voluto dal prefetto di Caserta, è lo stesso sindaco Alfonso Golia che esordisce: «Una città sotto attacco di eventi delinquenziali». Per poi continuare: «In altro colpo in una gioielleria. Sono entrati dalle fogne, hanno puntato una pistola in faccia al titolare ed ai clienti presenti, in pochissimi minuti hanno portato via tutto. Hanno distrutto un onesto imprenditore portando via tutti i sacrifici di una vita. A loro tutta la nostra vicinanza. Non li lasceremo soli. Risse, rapine e furti. In città regna una sensazione di insicurezza nonostante la presenza di tutte le forze dell’ordine». – continua sotto –

GOLIA: “SERVONO UOMINI E MEZZI” – «Sono stanco – ha continuato il sindaco, quasi compiendo una sorta di critica nei confronti delle istituzioni statali – di dover rispondere ai miei concittadini che non ci sono uomini e mezzi. Sono stanco di assistere ad eventi criminosi che probabilmente potevano essere evitati. Abbiamo l’obbligo di dare risposte concrete in tema di sicurezza per farlo abbiamo bisogno di uomini e mezzi. Donne e uomini che servono lo Stato tutti i giorni rischiando la propria incolumità nel numero così esiguo non sono sufficienti. Questa è la verità. Serve subito una risposta per il nostro territorio. Contrastare la criminalità in ogni sua declinazione è l’unico obbiettivo prioritario. Abbiamo 52 telecamere e stiamo lavorando per raddoppiarle. Come Ente siamo pronti a collegare tutte le telecamere con tutte le forze dell’ordine». Una richiesta alla quale il prefetto ha aderito nel corso della seduta del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza.

PARLA LA VITTIMA – A parlare anche la vittima della rapina, il titolare della gioielleria depredata, Gabriele Marotta: «Poco meno di 10 minuti per distruggere oltre 40anni di carriera. Tutta la mia famiglia è sotto shock, ma quello che è successo mi deve fornire la forza per tutelare tutti i miei colleghi e commercianti, nessuno merita di provare ciò che ieri mi è capitato. Grazie a tutta la comunità per le parole e l’affetto dimostrato, la riprova che 5, 6 persone mercoledì mi hanno voluto fortemente male, ma migliaia invece mi vogliono un gran bene. Ci tengo a precisare (giusto perché potrebbe esserci qualche maligno in giro) che sono totalmente sprovvisto di assicurazione. Ahimè, nonostante le denunce fatte circa un mese fa, mi sono sentito totalmente abbandonato e trascurato dalle forze dell’ordine. Ho notato molta leggerezza e per noi cittadini questa è una cosa gravissima». Proprio su questo versante, c’è da evidenziare che, all’epoca, i carabinieri chiesero l’intervento dei vigili del fuoco per verificare la presenza di cunicoli sotto l’oreficeria ed allora questi ultimi stilarono una relazione tecnica nella quale si escludevano manomissioni al sottosuolo. Potrebbe, però, pure essere che all’epoca non vi fossero stati solo delle visite preparatorie da parte dei rapinatori e solo in un secondo momento lo scavo.

LE “STRADE” DEL SOTTOSUOLO – Intanto, sul piano delle indagini, nella giornata di ieri, i vigili del fuoco e gli agenti del commissariato cittadino hanno chiuso un tratto di via Roma di un centinaio di metri per effettuare controlli nel sottosuolo, calandosi dal foro presente nella gioielleria, ma alla fine del sopralluogo è stato mantenuto il più stretto riserbo su quanto emerso. La sensazione è che la banda conoscesse a menadito le strade presenti nel sottosuolo di Aversa fatto non solo di cunicoli fognari, ma, soprattutto da tante grotte e camminamenti sotterranei, soprattutto nel centro storico della città, nella cerchia originaria normanna, dove ogni edificio ha, in corrispondenza, la propria grotta, spesso abbandonata, ma sovente in piena efficienza. Non a caso, una pizzeria nella zona del quartiere spagnolo del Lemitone ne ha fatto un’attrazione. Fino a poco tempo fa, inoltre, in prossimità del civico 76 di via Roma vi era una scritta «Ricovero» ad indicare una grotta che veniva utilizzata in tempo di guerra in caso di allarme bombardamento. Molte di queste cavità sono oggi non praticabili, ma probabilmente, come ha fatto notare più di uno in questo frangente, c’è chi le conosce bene.

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