Inchiesta cooperative a Salerno, Giletti: “Indagato il governatore Vincenzo De Luca”

di Redazione

Al momento non c’è ufficialità sulla notizia riguardante un avviso di garanzia (o un avviso di proroga di indagini) notificato al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, per un vicenda scaturita dall’inchiesta sui rapporti tra la politica e le cooperative nella città di Salerno. – continua sotto – 

Notizia diffusa da Massimo Giletti sul sito del Corriere della Sera. Secondo il conduttore di “Non è l’Arena”, stamani il capo della Squadra mobile avrebbe consegnato al governatore un avviso di garanzia nella sede del Genio civile di Salerno dove De Luca ogni venerdì registra i suoi video-interventi sui social.

L’inchiesta che ha colpito Salerno ha portato finora all’arresto del consigliere regionale Nino Savastano e dell’imprenditore Fiorenzo Zoccola. Il caso è scoppiato lo scorso 11 ottobre, quando la Squadra mobile di Salerno ha eseguito dieci misure cautelari nell’ambito di un’indagine nata due anni fa sugli appalti pubblici gestiti da alcune cooperative, destinate al recupero dei lavoratori disagiati. Le accuse, a vario titolo, sono turbata libertà degli incanti, induzione indebita, associazione per delinquere ed un caso di corruzione elettorale. Tra i 26 indagati anche l’attuale sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli, per la sola turbativa d’asta.

Il nome più pesante nell’economia dell’indagine, tuttavia, si è rivelato quello di Nino Savastano, consigliere regionale, finito agli arresti domiciliari. Tra il 1993 e il 2001 e tra il 2011 e il 2016, Savastano – già condannato per abuso d’ufficio nel giugno del 2008 e poi riabilitato – è stato assessore allo sport e alle politiche sociali del Comune di Salerno, componente delle Giunte comunali guidate dall’allora sindaco di Salerno De Luca, oggi presidente di Regione. Quei voti, stando alle indagini, sarebbero stati ottenuti anche grazie a Fiorenzo Zoccola, amministratore di fatto delle cooperative che nel corso del tempo, tra affidamenti e proroghe, hanno vinto gli appalti per la gestione dei parchi e la manutenzione del verde. L’imprenditore si sarebbe attivato anche oltre i confini di Salerno perché Savastano venisse votato. Il capo di imputazione in tal senso parla chiaro: “Savastano stabilmente asserviva le funzioni pubbliche agli interessi personali propri e del privato in cambio del sostegno elettorale assicuratogli da Zoccola Fiorenzo (arrestato, ndr), garantendo a quest’ultimo l’affidamento degli appalti banditi dal Comune di Salerno aventi ad oggetto servizi pubblici alle società cooperative sociali riferibili al privato e ai suoi sodali. In particolare, Zoccola Fiorenzo a fronte della promessa di procurare a Savastano Giovanni sostegno politico e voti in vista delle elezioni regionali del settembre 2020, otteneva da parte del pubblico ufficiale la promessa dell’aggiudicazione e della proroga degli affidamenti degli appalti di servizi pubblici banditi dal Comune di Salerno, appannaggio esclusivo delle società cooperative gestite dal medesimo ovvero dai suoi sodali”. Nell’ordinanza la gip Gerardina Romaniello definisce il rapporto tra Savastano e Zoccola di “un consolidato accordo corruttivo”. – continua sotto – 

I fatti contestati a diverso titolo nell’inchiesta vanno dal 2017 – quando il primo cittadino non era più De Luca – al 2020 e riguardano appalti di manutenzione del patrimonio pubblico dell’importo di circa 200mila euro ciascuno per un totale di 1,6 milioni di euro l’anno attribuiti a otto cooperative ritenute tutte riferibili a Zoccola. Cooperative, che nella maggior parte dei casi, che avrebbero dovuto occupare il 30% dei soci in quanto lavoratori svantaggiati ma che non hanno prodotto – stando alle indagini – i documenti che ne comprovassero l’utilizzo. Secondo il gip, quelle di Savastano e Zoccola (ma anche di Castelli, dirigente del settore ambiente del Comune di Salerno, in pensione da luglio scorso, ndr) sono le figure principali di “un sistema che ha radici lontane nel tempo e che trae linfa vitale dalla partecipazione di esponenti della politica locale che, di tale impianto, si avvantaggiano per scopi personali ed elettorali”. Attorno a queste figurane viene delineato l’operato di “altri pubblici funzionari ed esponenti politici i quali a vario titolo, con diverse responsabilità, hanno reso possibile il consolidarsi del monopolio in capo al gruppo imprenditoriale, con reciproci vantaggi”.

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