Aversa, perseguita ex moglie e minaccia il nuovo compagno: arrestato

di Redazione

Lo scorso 27 novembre, la Polizia di Stato, a seguito di una minuziosa attività d’indagine condotta sotto il coordinamento della Procura di Napoli Nord, ha eseguito un’ordinanza cautelare con la quale veniva disposta l’applicazione della misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di B.E., 47 anni, per i delitti di maltrattamenti contro familiari o conviventi e di atti persecutori, nonché della misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa nei confronti di B.A., 73 anni, e B.A., di 47, rispettivamente padre e fratello del primo. – continua sotto –

In particolare, le indagini avevano avuto inizio nell’agosto scorso quando la moglie di B.E. aveva sporto formale denuncia al Commissariato di Polizia di Stato di Aversa riferendo come, a seguito della decisione di separarsi dal coniuge e di allontanarsi quindi dalla casa famigliare, l’uomo avesse iniziato ad assumere atteggiamenti persecutori nei suoi confronti. La donna, oltre a raccontare un vissuto di vessazioni patite durante il matrimonio, raccontava di come B.E. avesse iniziato a pedinarla pressoché quotidianamente, in particolare dal mese di settembre, quando aveva deciso di tornare a vivere con i genitori, a tempestarla di telefonate e ad inviarle messaggi dal contenuto offensivo e fortemente intimidatorio, tanto da indurla a temere seriamente per la propria incolumità.

Le indagini consentivano di appurare che B.E., mosso da un irrefrenabile rancore, assillava continuamente l’ormai ex moglie, pedinandola e appostandosi presso il luogo di lavoro e l’abitazione dei genitori dove la stessa aveva deciso di tornare a vivere per sottrarsi ai soprusi del marito che non accettava la decisione della donna di giungere alla separazione. L’ossessiva gelosia di B.E. lo aveva spinto ad assumere condotte intimidatorie anche nei confronti del nuovo compagno della donna e, spalleggiato dal padre e dal fratello, di un vicino di casa, che riteneva a sua volta responsabile di avere intrattenuto una relazione con l’ormai ex moglie.

Pertanto, la Procura della Repubblica riteneva indispensabile richiedere al giudice per le indagini preliminari l’applicazione della più afflittiva delle misure cautelari, la custodia in carcere, nei confronti di B.E. per il grave allarme suscitato nelle vittime dai suoi comportamenti minacciosi e violenti che dimostravano come ormai egli fosse privo di ogni freno inibitorio, tanto da rivolgere la sua rabbia anche contro soggetti estranei alla sua vicenda coniugale. Analogamente, per il padre ed il fratello di B.E. si riteneva necessaria l’applicazione di una misura cautelare, individuata nella meno afflittiva misura del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dallo stesso vicino di casa della coppia, che era stato direttamente vittima delle condotte persecutorie dei due uomini, decisi a difendere l’onore del loro congiunto.

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