Trentola Ducenta, confiscati beni per 5 milioni a politico di riferimento del clan dei casalesi

di Redazione

La Guardia di Finanza di Caserta ha eseguito, stamani, su disposizione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, un provvedimento di confisca di beni nei confronti di Luigi Cassandra, considerato “politico di riferimento del clan dei casalesi”, del proprio nucleo familiare e di suoi vari prestanome. Si tratta dell’intero patrimonio riconducibile, direttamente e indirettamente, al politico: sei appartamenti, due terreni con piscine, otto autovetture ed una moto, quote di undici società e conti correnti, per un valore complessivo stimato in oltre 5 milioni di euro. – continua sotto –

L’uomo fu tratto in arresto il 25 ottobre 2011 per concorso esterno in associazione mafiosa, riciclaggio ed intestazione fittizia di beni, all’esito delle indagini sulla realizzazione del complesso turistico e sportivo “Night and Day” a Trentola Ducenta. Tale opera era stata fortemente voluta dal boss Michele Zagaria (arrestato il 7 dicembre 2011 dopo 16 anni di latitanza), anch’egli destinatario di una misura cautelare in questa vicenda giudiziaria, notificatagli nel carcere di Novara, dove si trova detenuto, ritenuto socio occulto nell’attività imprenditoriale posta in essere dallo stesso politico per aver investito nel progetto il denaro proveniente dall’associazione criminale da questi capeggiata.

Come riportano gli investigatori in una nota, “all’epoca dei fatti consigliere comunale prima ed assessore poi, del Comune di Trentola Ducenta, avvalendosi della forza intimidatrice del clan dei casalesi e sfruttando la sua posizione di assessore ai lavori pubblici”, il politico in questione “era riuscito ad ottenere le autorizzazioni necessarie alla costruzione del complesso turistico nonostante il terreno sul quale insisteva fosse ancora destinato ad uso agricolo. Il ‘colletto bianco’ del clan, avvalendosi della moglie, delle proprie sorelle, del cognato e di alcuni prestanome, aveva nel tempo costituito e impiegato numerose società per la realizzazione del complesso sportivo, attribuendone, volta per volta, un formale possesso ai vari prestanome al fine di ostacolare la riconducibilità dello stesso immobile al camorrista effettivo titolare”.

Dagli accertamenti patrimoniali e dagli approfondimenti soggettivi svolti dai militari del comando provinciale di Caserta era emersa “una netta sproporzione tra i redditi dichiarati e la capacità economica del politico e delle persone fisiche e/o giuridiche, a vario titolo, a lui collegate, rispetto alle risorse materialmente impiegate per la realizzazione del citato complesso turistico, dimostrando, di conseguenza, che i fondi utilizzati per la costruzione del complesso immobiliare non potevano che provenire dalle attività delittuose del clan”. – continua sotto –

“Affare economico – sottolineano gli inquirenti – che ha avuto la funzione di vera e propria ‘lavatrice’ delle liquidità provenienti dall’organizzazione criminale, attraverso la continua realizzazione di opere come campi da calcio e piste di pattinaggio, nonché, come dichiarato dai collaboratori di giustizia, di base logistica per lo svolgimento di summit di camorra ovvero punto di partenza per appostamenti finalizzati a missioni omicidiarie”. IN ALTO IL VIDEO

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