Carinaro, opere di prevenzione allagamenti: i dubbi di Masi sull’incarico progettuale

di Redazione

Carinaro (Caserta) – Sono prossimi all’avvio i lavori sotto il cosiddetto “ponte della chiesa” per mitigare il pericolo degli allagamenti che da decenni flagellano il tratto finale di via Trieste e via Piave, provocando danni e paura agli abitanti del posto. A fronte di una richiesta del Comune di Carinaro di un importo 2 milioni e mezzo di euro, lo Stato, nel quadro dei provvedimenti destinati a fronteggiare i fenomeni di dissesto idrogeologico in Italia, ha assegnato all’Ente un finanziamento parziale di 1 milione e 250mila euro. – continua sotto – 

Sul punto interviene il consigliere comunale indipendente Stefano Masi, che riflette: “Cosa si farà con questi soldi o se le opere previste siano idonee ad eliminare il pericolo degli allagamenti nessuno, o quasi, degli amministratori lo sa, benché l’importanza e la complessità tecnica di quella progettazione esigesse un tavolo di discussione e di confronto tecnico-politico dal quale gli amministratori di Carinaro, di maggioranza e di minoranza, non dovevano essere esclusi”. “Ma si sa – sostiene l’avvocato Masi – come si marciava sotto il ‘governo’ Ferriello: la politica sempre ridotta a un ruolo subalterno, spesso esautorata anche della propria funzione di controllo.  Chissà che un giorno non si scopra che a più di qualcuno questo andazzo faceva comodo!”

Ma se del progetto da realizzare, come ritiene Masi, si sa poco o niente, non altrettanto si può dire della preparazione degli atti che stanno precedendo l’appalto dei lavori. “Nel mese di luglio, – fa sapere il consigliere – con determina numero 169 dell’area tecnica, il neo dirigente dell’area tecnica, architetto Franco Mattiello, ha incaricato l’ingegner Umberto Motti di Aversa per effettuare le ultime fasi della progettazione, prevedendo un compenso di 40mila euro che, unitamente agli oneri contributivi e fiscali, raggiunge la considerevole somma di 50mila euro. Debbo confessare che, al cospetto di un’opera che il nostro paese aspetta da 40 anni, dubito che sia stato eticamente corretto e trasparente che un incarico così remunerativo, nonché importante per la comunità, venisse affidato sulla base di una trattativa del dirigente, probabilmente con un solo professionista”.

Masi si chiede: “Una trattativa con un solo aspirante, seppur legittima, potrà mai garantire che la persona prescelta sia quella in possesso dei migliori requisiti e/o il maggior risparmio per l’Ente? Perché non si è proceduto, rispetto a una procedura di simile importanza, ad una gara pubblica e massimamente partecipata, preferendo una trattativa diretta, durata poche ore o al massimo pochi giorni?”. “Ciò che è certo – continua il consigliere – è che l’Ente non è stato certamente costretto ad adottare una simile procedura, per esempio a causa del rischio di perdere il finanziamento: la procedura, infatti, è in corso da mesi, il prescelto è noto da luglio, ma l’ufficio ancora non ha reso efficace l’aggiudicazione”. La vicenda, come riferisce Masi, avrebbe suscitato qualche dissapore nella maggioranza: “Si mormora, e forse non è un caso, che più di qualche consigliere abbia manifestato perplessità sul profilo del professionista prescelto, che non avrebbe delle specifiche e comprovate esperienze in materia di ingegneria idraulica”. – continua sotto – 

“Ad ogni modo, in tutta questa vicenda – continua Masi – le domande sono molteplici: perché questi ritardi nel dichiarare l’efficacia dell’aggiudicazione? Considerata la procedura scelta, siamo sicuri che l’Ente cercasse il miglior professionista esistente sul mercato? La scelta del nominativo è attribuibile solo al dirigente che ha adottato il provvedimento o c’è qualcuno che gli ha suggerito il professionista?”. E qui il consigliere ipotizza una risposta: “La domanda, purtroppo, è dovuta: sembrerebbe, infatti, che il tecnico prescelto sia un noto frequentatore di una ben precisa ‘parrocchia politica’ aversana con la quale un componente molto importante dell’amministrazione carinarese ha solidissimi rapporti umani e professionali. Naturalmente non posso affermare che vi siano state interferenze politiche sulla scelta, ma non posso negare che speravo che, con l’uscita (sia pure provvisoria) del precedente dirigente, nell’Utc di Carinaro si potesse cominciare a respirare un’aria nuova ma, stando ai primi atti messi in campo, debbo ammettere che probabilmente le cose non cambieranno a breve”.

A questo punto, Masi esprime preoccupazioni per il futuro: “Se il problema della scelta della miglior soluzione tecnico progettuale viene affrontato dall’amministrazione con così tanta superficialità, cosa succederà con l’appalto dei lavori da realizzare che hanno un importo di circa 1 milione di euro e con gli altri prossimi appalti? Davvero tra i nostri giovani amministratori non c’è proprio nessuno che, con un sussulto di dignità, intende prendere le distanze da certi comportamenti? Se, infatti, pur cambiando i dirigenti, certe pratiche non cambiano, vuoi vedere che le colpe vadano ricercate principalmente nella politica, sempre apparentemente distratta e sonnacchiosa di fronte ai grandi interessi che ruotano attorno all’ufficio tecnico comunale?”.

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