Giovane ladro ruba in casa di “intoccabili”: 5 arresti per estorsione a Paternò

di Redazione

Operazione “Nerbo” dei carabinieri di Paternò che, su ordine della Procura di Catania, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di cinque persone, tutte accusate di estorsione in concorso pluriaggravata. Tra i soggetti coinvolti c’è Giuseppe Amantea, 53 anni, già definitivamente condannato quale appartenente al clan “Santapaola Ercolano” e fratello di Francesco Amantea, attualmente detenuto e sottoposto al 41bis. Gli altri quattro coinvolti sono Barbaro Messina, 41 anni, ritenuto braccio destro di Giuseppe Amantea, Filippo Cunsolo, 48 anni, il figlio Rosario Cunsolo, 34 anni, ed il nipote Consolato Emanuele Pedalino, 28 anni. – continua sotto –

Le indagini hanno preso le mosse dalla denuncia presentata nello scorso giugno da un uomo residente a Paternò, spaventato dalle pesanti minacce e violenze subite. Quest’ultimo ha riferito ai carabinieri che il figlio minorenne, qualche giorno prima, nel compiere un furto dentro un casolare abbandonato, aveva trovato delle munizioni che aveva consegnato successivamente a Pedalino. Accusandolo di aver rubato anche alcune armi nascoste, lo stesso Pedalino pretendeva la cifra di 2mila euro per il presunto danno subito, colpendo il minore con schiaffi e con un frustino da cavallo e minacciandolo di ulteriori conseguenze. Successivamente il padre del giovane ladro, nella centralissima via Teatro di Paternò, veniva aggredito con schiaffi e pugni da Rosario Cunsolo, insieme al padre Filippo Cunsolo, che ha ribadito la richiesta estorsiva, già avanzata da Pedalino. – continua sotto – 

La vittima si rivolgeva, quindi, a Barbaro Messina e Giuseppe Amantea, chiedendo loro di intervenire quali intermediari, in virtù del loro carisma criminale. Tuttavia, i due, seppure intervenuti su richiesta della vittima, che ritenevano di accogliere per affermare maggiormente il loro prestigio criminale, pressavano la stessa persona offesa, costringendola a consegnare un acconto di 500 euro a Barbaro Messina che doveva poi riversarla ai Cunsolo. Le indagini, svolte anche attraverso intercettazioni e servizi di osservazione, controllo e pedinamento, hanno permesso di riscontrare le dichiarazioni convergenti delle due vittime ed accertare il pieno coinvolgimento di tutti i destinatari di misura nel concorso nell’estorsione. IN ALTO IL VIDEO 

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