Carinaro, “21 a Primavera” per la Giornata Internazionale della Poesia

di Redazione

Carinaro (Caserta) – Con lo sbocciare della primavera, sboccia anche la cultura. È ormai alle porte la giornata internazionale della poesia, che ricorre, ogni anno, il 21 Marzo. In occasione di questa ricorrenza, il Comune di Carinaro ha organizzato l’evento “21 a Primavera”, titolo ripreso dalla poesia manifesto di Alda Merini, “Sono nata il 21 a Primavera”. Infatti, la protagonista dell’intera giornata sarà proprio la Merini, poetessa milanese, appartenente allo scenario della letteratura italiana contemporanea, che più di tutti/e ha avuto un dialogo costante con la poesia, divenendo, questa, il suo credo, il suo tormento e la sua follia. Del resto, ella stessa scriveva: “Non sapevo che nascere folle, aprire le zolle, potesse scatenar tempesta”. Ma la sua fu sì una tempesta, ma una tempesta d’amore. – continua sotto – 

L’evento che si terrà domenica 21 marzo, alle ore 17.30, è nato dalla sinergia tra l’assessore alla cultura, Alfonso Bracciano e i curatori, l’autrice e giornalista Carla Caputo e il professore di storia e filosofia presso il Liceo Classico “Cirillo” (Aversa) Pasquale Vitale. Per via della situazione Covid-19, il convegno si svolgerà in diretta streaming sui quotidiani online “ContrastoTv” e “BelvedereNews”. – continua sotto – 

Ad aprire le danze della giornata sarà Caputo, la quale, essendo una studiosa della poetessa dei Navigli, illustrerà i dati biografici e il pensiero in senso stretto dell’autrice; a seguire i saluti istituzionali dell’Assessore Bracciano e gli interventi del professor Vitale, del professor Luigi Corrente e della professoressa Giuseppina Giuliano, i quali leggeranno e analizzeranno alcune delle più celebri poesie della poetessa. Inoltre, il laureando Ciro Mastrillo, appassionato della poetica della Merini, leggerà, altresì, altre poesie. Una giornata che farà un viaggio con e attraverso la poesia, quest’arte delicata e struggente allo stesso tempo, in cui, almeno una volta nella vita, tutti ci siamo imbattuti e dinanzi a cui, il più delle volte, siamo rimasti disarmati. La Merini, non a caso, scriveva: “La pistola che ho puntato alla mia tempia si chiama Poesia”.

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