Repubblica Dominicana, copertura sanitaria gratuita per turisti: ma il coprifuoco resta

di Antonio Arduino

Santo Domingo – La “politica” del bastone e della carota. E’ quella che potrebbero utilizzare alcuni gestori del business dei viaggi di piacere, in particolare se la destinazione è ai Caraibi. La “carota” è la notizia diffusa via internet che, in questo tempo di pandemia, la Repubblica Dominicana (che da alcuni mesi ha adottato una politica di apertura dei confini al turismo) ha fatto in modo di essere considerata una destinazione sicura offrendo copertura sanitaria gratuita a tutti i turisti che soggiornano in un albergo o in un resort che aderisce all’iniziativa del Governo. – continua sotto – 

Cosicché possono usufruire di un piano di assistenza sanitaria temporanea e gratuita che include tutte le emergenze mediche, compresa l’eventuale esposizione al Covid-19 durante la permanenza nel Paese. Una copertura che comprende il test per il coronavirus, le visite ambulatoriali, il ricovero, i medicinali, il trasporto in caso di emergenza, le spese di alloggio per il soggiorno prolungato e i costi di eventuali penalità per il cambio di volo in caso di infezione. Un piano di assistenza che diventa effettivo al momento del check-in nell’hotel e che, come riporta il Ministero del Turismo della Repubblica Dominicana, è esteso a tutti i viaggi effettuati sino al 31 marzo 2021. Una “carota” appetitosa che, tuttavia, potrebbe nascondere il possibile “bastone” rappresentato dal fatto che, dal primo giorno del 2021 nella Repubblica Dominicana, per l’aumento dei casi di infezione, è entrato in vigore un coprifuoco molto severo che blocca la gente (turisti compresi) in casa dal lunedì al venerdì a partire dalle ore 17 e fino alle 5 del mattino seguente e il sabato e la domenica dalle ore 12 fino alle 5 del mattino seguente rendendo impossibile escursioni e visite ai siti d’interesse storico o naturalistico presenti nella Repubblica Dominicana. – continua sotto – 

Certo, chi intende fare una vacanza ai Caraibi trascorrendo tutto il tempo nell’albergo o nel resort pagando cifre da sballo per mangiare ad ogni ora del giorno, restarsene per ore in piscina o in spiaggia, ballare al ritmo di musiche latino-americane va bene, i gusti sono gusti. Ma chi garantisce davvero che fra il personale di servizio e fra la miriade di persone che affollano le sale da pranzo e i bar, tutti ovviamente senza mascherina dovendo mangiare o bere, non vi siano soggetti affetti da Covid, sia pure asintomatici? Senza dimenticare che l’eventuale controllo viene fatto al turista solo all’ingresso nella struttura. Così potrebbe accadere che tornando a casa ci si ritrovi affetti da Covid e la vacanza dovrà essere prolungata restando in quarantena, se va bene, o ricoverandosi in ospedale. Di questo gli operatori turistici non fanno menzione.

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