Caivano, famiglia Maria Paola invita comunità gay ai funerali

di Redazione

La famiglia Gaglione rivolge un invito alla comunità gay a partecipare ai funerali di Maria Paola che si svolgeranno oggi, alle 16, nella parrocchia San Paolo Apostolo di Caivano (Napoli). In una lettera dell’avvocato Francesco Luigi Marini l’invito alla comunità gay arriva dalla madre, dal padre e dalla cognata di Paola, la 20enne deceduta a seguito di un incidente stradale ad Acerra per la contrarietà del fratello Michele alla sua relazione con Ciro Migliore, ragazzo trans. Intanto, oggi l’associazione Antinoo Arcigay Napoli ha espresso “amarezza” e “delusione” per le parole pronunciate da padre Maurizio Patriciello dopo la morte di Paola. Arcigay chiede a Patriciello di “stigmatizzare con fermezza e decisione qualsiasi forma d’odio e di violenza nei confronti delle persone LGBT+ consolidando in questo modo quella cultura della legalità e del rispetto per l’altro, di cui ha un vitale bisogno un territorio martoriato dalla camorra”.

Ministra Bonetti: “Fatto di gravità inaudita” – “Diventa urgente ogni azione concreta legislativa ma anche di politiche attive e culturali che faccia non solo da presidio ma da contrasto a ogni forma di discriminazione. Sono fatti di una gravità inaudita”. Lo ha detto da Bari, la ministra per le Pari opportunità, Elena Bonetti rispondendo ai giornalisti sul tragico episodio di Caivano. “È il momento – ha aggiunto – in cui le diversità vengano riconosciute nel nostro paese come forme di umanità che solo nel valore primario della persona può ritrovare una prospettiva concreta di speranza. Quindi ogni forma che va a sostenere questo tipo di azione ci vedrà impegnati in prima linea”.

Ministro Bonafede: “Politica deve fare qualcosa” – “Come ministro della Giustizia non entro nel merito delle valutazioni dei magistrati, qui c’e’ una vicenda che sicuramente e’ tragica e sicuramente il parlamento, che già sta discutendo progetti e prospettive, oggi ha un elemento di responsabilità e di riflessione in più”. Lo dice da Napoli il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, in merito alla vicenda della morte di Maria Paola. “È evidente – prosegue – che dobbiamo fare qualcosa come forze politiche all’interno del parlamento. Io rispetto quella che sara’ la decisione del parlamento ma sicuramente sara’ importante intervenire. Poi – chiarisce Bonafede – ci sono valutazioni che fanno i magistrati e io non posso entrare come ministro nel merito delle valutazioni che fanno i magistrati nei singoli casi”.

Rete Nazionale: “Subito un Progetto di Legge” – A Caivano, nella notte tra sabato e domenica, secondo le ricostruzioni degli inquirenti divulgate dai media, un uomo avrebbe ucciso la sorella, Maria Paola, perché lei aveva una relazione con Ciro, un ragazzo transessuale. L’uomo avrebbe speronato lo scooter sul quale viaggiavano Maria Paola e Ciro uccidendo sul colpo lei, e poi picchiando lui, mentre gli urlava contro di aver ‘infettato’ sua sorella che, prima di conoscere lui, sarebbe stata ‘normale’. A Caivano – se verranno confermate le accuse – un uomo ha ucciso una donna e aggredito un transessuale commettendo nel nostro paese l’ennesimo femminicidio, l’ennesima violenza contro una persona transessuale per motivi di odio transfobico”. Cosi’, in un post su Facebook, la Rete nazionale per il contrasto ai discorsi e ai fenomeni d’odio. “Eppure c’è chi si ostina a dire che omofobia, transfobia e odio contro le donne non siano un’emergenza, in Italia. – continua – Eppure il voto alla Camera sul disegno di legge ‘Zan’ contro l’omo-bi-transfobia, la misoginia e la violenza di genere è stato posticipato a dopo le elezioni regionali, perché le urgenze sono sempre altre. E i diritti delle persone, soprattutto se sono persone LGBTI+, vengono sempre dopo gli equilibri(smi) politici, le logiche elettorali”. “Ciò che è accaduto a Caivano conferma invece, se mai ce ne fosse stato bisogno, che nuove misure di prevenzione e contrasto a omofobia, transfobia, misoginia e violenza di genere non possono piu’ attendere. Non devono più attendere. La Rete nazionale per il contrasto ai discorsi e ai fenomeni d’odio chiede che la discussione sul disegno di legge contro l’omo-bi-transfobia, la misoginia e la violenza di genere torni immediatamente in aula, e che il ddl venga votato quanto prima per dare alle persone e al paese le risposte che da tempo aspettano, attraverso un adeguamento normativo, massicce campagne di prevenzione, formazione diffusa contro stereotipi, pregiudizi, e discriminazione, e per l’uso di un linguaggio rispettoso di tutte le identità di genere. Perché nessuna vita deve essere più stroncata, nessuna persona deve essere più aggredita, nessun diritto deve essere più negato per motivi di odio transomofobico e misogino”.

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