Aversa, la linea del filobus non attiva che deturpa il centro storico

di Livia Fattore

Aversa (Caserta) – Una fitta “ragnatela aerea” di binari in metallo, decine e decine di tralicci. Una sorta di innovazione, inutile, inquinamento del panorama cittadino, da sud a nord, nelle arterie più centrali. Sono trascorsi sei anni dall’ultimo filobus che ha effettuato la tratta Aversa-Napoli e, quasi certamente, non ve ne saranno altri, ma quell’ammasso di ferraglia continua a fare brutta mostra di sé, dopo gli inutili tentativi di far rimuovere il tutto da parte dell’allora sindaco Giuseppe Sagliocco nell’ormai lontano 2015. Da allora nulla più è stato fatto.

Sull’argomento l’assessore all’urbanistica Eleonora Giovine di Girasole, dopo essersi andata a vedere i precedenti, ha dichiarato: “È nostra intenzione chiedere alla Ctp (Consorzio Tranvie Provinciali) di rimuovere il tracciato, anche perché l’azienda di trasporto non ha intenzione, da quanto ci risulta, di ripristinare il servizio anche a causa di un vecchio guasto”. Un tentativo simile era stato fatto da Sagliocco nel marzo del 2015. L’allora sindaco, partendo dal restyling di via Vito di Jasi e di via Roma, riteneva, a giusta ragione, il nuovo assetto non compatibile con la presenza di pali, tralicci e cavi relativi ai filobus. Sagliocco, attraverso il dirigente agli affari legali Giuseppe Nerone, scrisse alla Ctp, intimando la rimozione degli impianti utilizzati per la circolazione dei filobus. Nella risposta la compagnia di trasporto chiariva che “il servizio era temporaneamente sospeso sia per motivi tecnici-organizzativi sia per gravi danni subiti dall’impianto, rendendo la stessa impraticabile”.

Anni dopo, ad Aversa, ancora non ci sono tracce dei filobus. Restano solo pali grigi e ragnatele di fili poco amate dalla Città e poco consone all’aspetto estetico ed urbanistico del territorio. Allo stato manca un piano strategico da parte della Ctp per individuare mezzi come navette ibride (gas ed elettriche) che non necessitano di apparati strutturali così invasivi come i filobus. C’è, inoltre, aspetto non secondario, da verificare la possibile presenza di campi elettromagnetici. L’occasione potrebbe rappresentare inoltre, una vera e propria collaborazione istituzionale da parte della Ctp, tenuto conto che Aversa per decongestionarsi dal traffico veicolare e dare ossigeno alla propria mobilità, oltre che ai suoi cittadini necessita di un servizio di navette che coprano il percorso urbano vicoletti del centro storico compresi. Non a caso, già nel 2015, Sagliocco affermava: “Troppo semplicisticamente si tende a trincerarsi dietro espressioni di tutela ecologica senza verificare invece la necessità di bilanciare l’efficienza del servizio di trasporto che deve essere affidato in Città come quella di Aversa, connotate da altissima conurbazione storica, con mezzi ibridi di dimensioni più contenute. Al fine di non danneggiare il diritto alla salute ma anche l’impatto estetico, non va sottaciuto che pali, tralicci e cavi relativi ai mezzi filobus possono rappresentare anche un potenziale pericolo alla sicurezza pubblica”. Da qui l’invito a introdurre mezzi ibridi, caduto nel vuoto.

Intanto, Aversa continua a sopportare questi impianti che deturpano il paesaggio minando la bellezza artistica del centro storico del Comune di Aversa che, ricordiamo, è la prima contea normanna del meridione d’Italia e che i mille anni di storia le hanno consegnato un patrimonio artistico di grande pregio. Questi impianti, di fatto non utilizzati, rappresentano non solo una bruttura, ma anche un pericolo per la sicurezza della viabilità non più bilanciata e contemperata dall’esigenza pubblicistica del servizio di trasporto. IN ALTO UNA GALLERIA FOTOGRAFICA

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