Mondragone, AMBC: “Ai Palazzi Cirio era già in atto un’emergenza ambientale”

di Redazione

Mondragone (Caserta) – “Stiamo vivendo una coda velenosa dell’emergenza sanitaria da Covid-19. Una coda frutto di una gestione dell’emergenza che ha visto i fenomeni locali più (se non esclusivamente) attenti ai social che alle stringenti procedure sanitarie. La smettano ora di andare alla ricerca del ‘capro espiatorio’. Sono loro i responsabili, quelli che in questi mesi non hanno saputo mettere in piedi alcuna iniziativa sociale, economica, sanitaria, di controllo e di efficace comunicazione. I cittadini hanno diligentemente rispettato ordinanze e divieti. E ora -grazie a loro- ricevono addirittura la beffa. Una beffa che parte dal luogo simbolo del loro fallimento”. Così, in una nota, l’Ambc – Associazione Mondragone Bene Comune commenta la vicenda del focolaio di Covid-19 nell’area dei Palazzi Cirio, dove abitano in gran parte cittadini stranieri provenienti dall’Est Europa.

“Ai cosiddetti Palazzi Cirio – continuano da Ambc – l’emergenza sanitaria è di queste ore, ma l’emergenza ambientale è da tempo una costante, unitamente a quella sociale. Di fronte al supermercato Sigma, a due passi dall’Ufficio Postale, la perenne discarica di rifiuti di ogni tipo rappresenta un consolidato e triste arredo urbano, nonché la prova provata dell’inadeguatezza del servizio di raccolta dei rifiuti. Per non parlare del verde urbano che in quella zona è da anni abbandonato, non curato, non fruibile ed esso stesso fonte di degrado”. “Per tutto questo – ha dichiarato l’avvocato Giampaolo Romano – ci devono essere dei responsabili, i quali dovranno iniziare a rispondere di crimini (gli inquinatori che continuano a disseminare rifiuti in giro per la città) e di inadempienze (gestore del servizio, uffici comunali e amministrazione). Alcune piccole domande a Pacifico: Sinda, ci puoi pubblicamente dire quanti residenti in quei palazzi pagano la Tia? Qual è la percentuale di evasione di questa tassa in quell’area? E ci puoi descrivere le modalità di raccolta differenziata che viene praticata in quella zona? E già che ci siamo le giro una domanda di un amico: quanti sono i contribuenti residenti in via Razzino che ritirano i sacchetti per i rifiuti?”.

“Ma le pubbliche domande dell’Ambc – continua Romano – sono destinate, come si sa, a non ricevere risposte. Anche le recenti domande sulla lettera Pontoriero/Catanzano con la quale a fine maggio scorso il Comune di Mondragone intimava al gestore del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti di procedere ‘ad horas’ alla rimozione dei rifiuti presenti in località Triglione, ove si ricorderà che dieci giorni dopo si è sviluppato un grosso incendio che per diverse ore ha ammorbato la città, non hanno- come al solito-avuto risposte pubbliche”. Nei prossimi giorni presenteremo un esposto affinché alla luce di quella nota si accertino eventuali responsabilità”. “In città sono decine i cumuli di rifiuti di ogni tipo – ha sottolineato Gianni Pagliaro – che rischiano di andare a fuoco e che qualche volta (sempre più spesso) purtroppo ci vanno. Si tratta di discariche urbane, frutto dell’azione di incalliti criminali, di una non puntuale e ben organizzata raccolta differenziata, dell’assenza reiterata di un’isola ecologica, di una lenta (o della mancata) rimozione di tali rifiuti e, soprattutto, dell’assenza di azioni e strategie di controllo del territorio per scovare e punire come si deve questi inquinatori seriali. Sui rifiuti – ha continuato Pagliaro – va da tempo affermando la necessità di una vera e propria rivoluzione, cambiando innanzitutto modalità di gestione nella raccolta e nello spazzamento (per non essere più ostaggio dei privati che sui rifiuti sono gli unici che lucrano. E tanto!), insistendo con azioni di comunicazione e d’incentivo per una netta riduzione della produzione di rifiuti, riorganizzando il sistema di raccolta differenziata e mettendo a controllo il territorio. E avviando una lotta senza quartiere agli evasori, che sono indirettamente anche inquinatori”.

“I cittadini che pagano regolarmente la tassa – ha incalzato Giampaolo Romano – hanno il diritto ad avere un servizio impeccabile (e conforme al capitolato e al contratto), per il quale pagano il dovuto. E lo devono avere ora, senza se e senza ma! Hanno il diritto di avere una città pulita, quotidianamente spazzata e senza discariche urbane che poi vanno a fuoco. Hanno il diritto sacrosanto di non essere avvelenati da roghi tossici.  Hanno il diritto di non morire per colpa di un ambiente sempre più inquinato e malsano. Da troppi anni siamo invasi dai rifiuti e da tempo immemore discariche urbane sono il panorama della nostra città. Anche sulla base di quanto stabilito con l’ordinanza n. 22531 della Corte di Cassazione, pubblicata il 27 settembre 2017, sto verificando – ha continuato l’avvocato Romano – eventuali modalità affinché chi ha regolarmente corrisposto quanto richiesto per la tassa rifiuti possa richiedere la restituzione della quota della Tassa Rifiuti non dovuta in quanto attinente a periodi caratterizzati da un servizio gravemente insufficiente e carente. Penso, per esempio, a quanto è successo la scorsa estate e a quanto succede da anni e sta succedendo anche in queste settimane. Rispetto ai servizi pubblici dobbiamo iniziare seriamente a considerare la possibilità di azioni collettive per il riconoscimento del diritto degli utenti. Il mio studio di via Venezia – ha concluso Romano – sarà a disposizione di queste pubbliche battaglie. E’ arrivato il tempo di pretendere (anche portando i responsabili in tribunale) il rispetto dei diritti, dei patti e della legge!”.

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