Aversa, Capasso: “L’amministrazione del non fare”

di Redazione

Aversa (Caserta) – «Era tempo che non intervenivo sulle questioni della città, era prematuro, sarebbe stato come sparare sulla Croce Rossa. Ma, ormai, da quando si sono insediati ad oggi è passato quasi un anno. Pertanto, mi corre l’obbligo evidenziare alcune caratteristiche della sindacatura attuale, la quale sarà ricordata sicuramente come “l’amministrazione del non fare”». A sostenerlo è Rosario Capasso, già consigliere comunale di Aversa e vicepresidente della Provincia di Caserta.

Obbligo del non fare, secondo Capasso, «diventato pietra miliare di questa amministrazione». E, a suo avviso, per i seguenti motivi: «a) Mancata sottoscrizione del contratto con la società che si è aggiudicata l’appalto afferente i rifiuti solidi urbani; b) Piazza Marconi, chiusa e abbandonata con una montagna di materiale di risulta; c) Il mercato ortofrutticolo, chiuso lasciando più di cinquecento lavoratori disoccupati; d) Mancata agibilità degli edifici scolastici; e) Piazzetta della Pace (adiacente al Tribunale), invece di regolamentare il parcheggio l’hanno chiuso; f) l’ex Caserma dei Vigili del Fuoco, invece di farla diventare una risorsa l’hanno chiusa, insomma in Città vige una sola regola: si chiude tutto».

Ancora, Capasso cita la polemica che ruota attorno alla revoca dell’assessore al Bilancio, Nico Carpentiero: «La città – afferma l’avvocato aversano – assiste inerme a queste accuse reciproche tra l’ex assessore Carpentiero e il sindaco, il quale, come suo solito, preferisce non dire, dimenticando che la città è tenuta a sapere la verità. Se è vero che si è interessato alla risoluzione della problematica del Pip, la città non può non sapere. Così Golia, da solo al timone (come del resto la campagna elettorale), dimentica che ora deve governare (con una maggioranza, non metterla da parte), assumendosi le responsabilità del ruolo». «Il sindaco, senza assumersi le responsabilità non si può fare. – conclude Capasso – Ormai si limita a comunicare alla città solo con la sua diretta serale, enucleando i contagiati e i morti da Covid, rendendo ancora più funesta la realtà. Il Covid-19 è diventato per Golia una vera e propria “acqua benedetta”».

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