Cardiopatia e coronavirus, il medico Mario De Michele: “Non sospendere terapie e attenti alla false notizie”

di Redazione

di Donato Liotto – Abbiamo incontrato il dottor Mario De Michele, cardiologo ed emodinamista aversano, per aver alcune delucidazioni sul coronavirus, in particolare sulla massiccia presenza tra i contagiati di persone sono affette da ipertensione arteriosa e altre gravi patologie.

Dottor De Michele, l’11 marzo 2020 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha elevato al rango di pandemia l’infezione da nuovo coronavirus Covid-19. L’Italia è tra i Paesi che ha visto aumentare notevolmente negli ultimi 14 giorni il numero dei contagiati e dei decessi. Molte persone affette da ipertensione e problemi cardiovascolari hanno molti dubbi in questo periodo, e si chiedono se possano continuare ad assumere i farmaci a contrasto delle loro patologie. Lei cosa consiglia? «Vorrei prima fare una premessa: i dati epidemiologici suggeriscono che forme gravi di Covid 19 si manifestano soprattutto in persone anziane e con condizioni cliniche croniche preesistenti, come l’ipertensione arteriosa ed altri problemi cardiovascolari, il diabete mellito, patologie respiratorie».

Vuole essere più preciso? «Certamente. Il Covid-19 ha trovato tutti impreparati, bisogna cercare di non cedere a stati emotivi, di stress ed ansia, che non sono mai costruttivi. Molti pazienti, ad esempio, in questi giorni mi hanno appunto chiesto se la terapia cardiologica andasse modificata, o addirittura se alcuni farmaci potessero “favorire” il Covid – 19. In particolare, si era diffusa la notizia sui social network che alcune classi di farmaci, Ace-inibitori e Sartani, comunemente utilizzate in milioni di pazienti che soffrono di ipertensione arteriosa, scompenso cardiaco o cardiopatia ischemica, potessero peggiorare l’infezione da coronavirus».

Quindi ci sta dicendo che i farmaci Ace-inibitori, Sartani non peggiorano l’infezione da coronavirus? «Assolutamente no. Difatti, le principali società scientifiche – Società Italiana di Cardiologia, Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa – sono scese in campo per sgombrare ogni dubbio ed equivoci. Allo stato attuale, non vi è alcuna evidenza di un effetto dannoso determinato dall’utilizzo degli Ace-inibitori e Sartani nell’epidemia di coronavirus in corso».

I pazienti, allora, non devono sospendere terapie. «Esatto, è assolutamente necessario che i pazienti proseguano la terapia cardiologica, in quanto sono ben noti gli effetti deleteri della sospensione arbitraria dei farmaci con un incremento del rischio di infarto miocardico, ictus cerebrale. Pertanto, sconsiglio vivamente di intraprendere iniziative “fai da te” o suggerite da “post” che leggo sui vari social in quanto significherebbe attentare alle proprie condizioni di salute ed aumentare il rischio di intasare l’ospedale per emergenze che si possono evitare».

Attenzione dunque, alle fake news. «Sì, bisogna fare attenzione. Ultimamente ho letto una notizia falsa che si è diffusa rapidamente sui social, soprattutto grazie alle catene di WhatsApp, dove si diceva che alte dosi di vitamina C possano proteggere dal Covid-19 perché in grado di rinforzare il sistema immunitario. La diffusione di questi messaggi può generare un falso senso di sicurezza in chi, imbottito di integratori vitaminici, è convinto di essere protetto dalla infezione e tralascia le norme per prevenire il contagio».

Lei cosa vuole dire a questi “creduloni”? «Di seguire solo le fonti attendibili e il proprio medico, in un periodo come questo, bisogna seguire uno stile di vita corretto, ed assume ancora più rilievo nei cardiopatici. Un regime alimentare ricco in frutta e verdura, fonti di minerali e vitamine, povero in calorie visto il ridotto movimento fisico, evitando assolutamente il fumo di sigaretta, sono fattori di fondamentale importanza».

Lei pensa che ascolteranno questi consigli? «Io me lo auguro, e per dare una immagine più chiara si pensi ad un soldato che deve affrontare un combattimento: se ha una armatura forte e molte lance avrà più possibilità di vincere rispetto al soldato che lotta a mani nude”. C’è poi chi ha paura di recarsi in ospedali e cliniche in presenza di problemi cardiaci. Non c’è da avere paura. Nel sospetto di un infarto/ictus cerebrale i percorsi diagnostico/terapeutici sono stati ben definiti, e non vi deve essere nessuna paura di contagio».

Ringraziamo il dottor De Michele per la sua disponibilità data in un momento così delicato per lui e per tutti coloro che sono impegnati sul fronte sanitario per fronteggiare l’emergenza. Auguriamo buon lavoro a lui e agli altri medici, agli infermieri e a tutti coloro che operano nella Sanità: vi diciamo grazie, grazie di cuore!

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