Aversa, indagine su voto di scambio: opposizione chiede dimissioni del sindaco

di Nicola Rosselli

Aversa (Caserta) – Dimissioni del sindaco Alfonso Golia e del consigliere comunale Pasquale Fiorenzano, coinvolto, insieme al consigliere regionale Pd Stefano Graziano, in un’indagine per presunto voto di scambio. A chiederle una parte delle opposizioni, in particolare Alfonso Oliva, Francesco Sagliocco, Francesco Di Palma e Gianluca Golia che tiene a sottolineare che «la richiesta è stata sottoscritta solo da noi perché c’è stato un problema di comunicazione, ma tutti siamo d’accorso su quel testo».

In verità, non tutti, considerato che il consigliere pentastellato Roberto Romano ne ha presentato uno suo. «La legalità – affermano Oliva e compagni – va applicata e non solo professata. Leggiamo di atti perpetrati da questa maggioranza che nulla hanno a che fare con la tanto decantata rivoluzione politico-culturale di cui si fregiano essere i massimi esponenti aversani: azioni che hanno visto questa classe politica sistemare parenti ed amici, pur professando a voce alta la trasparenza e la totale assenza di condizionamenti nelle graduatorie comunali del servizio civile».

«Non ultimo, – continuano – il gravissimo caso di un sospetto voto di scambio che vede indagati un consigliere regionale del Pd ed un consigliere comunale, eletto proprio nelle liste di emanazione diretta del Sindaco Alfonso Golia. Dinanzi a tali accadimenti, pur nutrendo la massima fiducia verso la magistratura ed essendo sempre e comunque garantisti, chiediamo le dimissioni del consigliere coinvolto e del sindaco stesso perché se i reati addebitati fossero confermati, lo stesso primo cittadino avrebbe beneficiato come capo della coalizione di questo voto inquinato ed illegale. Tale richiesta è da intendersi per i fatti che riguardano l’aspetto politico e non personale e quindi, le potenziali ripercussioni sulla credibilità della macchina comunale e dello stesso Sindaco Golia, massimo esponente di questo movimento rivoluzionario politico-culturale improntato sulla legalità e trasparenza».

«La nostra città – afferma da parte sua Romano – passa agli onori della cronaca per un gravissimo caso di un sospetto voto di scambio che vede indagati un consigliere regionale, ed un consigliere comunale, eletto proprio nelle liste di emanazione diretta del Sindaco Alfonso Golia. Dinanzi a tali accadimenti, pur nutrendo la massima fiducia verso la magistratura ed essendo sempre e comunque garantisti, chiediamo di conoscere quale siano le intenzioni del Sindaco e della amministrazione, quali siano i provvedimenti che intende adottare rispetto a questa vicenda».

Non si fa intimidire il primo cittadino normanno che risponde evidenziando anche le divisioni che ci sarebbero: «Prendo atto che una parte dell’opposizione sceglie la strada del giustizialismo oltranzista. Chiedono le dimissioni senza che il denunciato abbia potuto nemmeno ancora esercitare il suo diritto alla difesa. Rispedisco al mittente le lezioni di legalità. Ho fiducia nella magistratura e penso che nessuno è colpevole fino a che un giudice, lui e solo lui, stabilisce il contrario».

L’esponente Pd ricorda, poi, l’episodio del coinvolgimento del suo predecessore, Enrico de Cristofaro, nell’inchiesta The Queen, insieme ad altri primi cittadini e a tanti colletti bianchi, oltre che esponenti della criminalità organizzata, e conclude: «Sono garantista? Sì e non a convenienza. Perché – continua il sindaco Golia – penso che i tribunali siano le aule giudiziarie, non le piazze virtuali. Comprendo la disperazione dell’opposizione, ma sono costretto a ricordare loro che quando l’ex sindaco, allora in carica, venne prima sottoposto a misura cautelare e poi anche rinviato a giudizio, noi lo definivamo innocente fino al terzo grado di giustizia e che non abbiamo mai chiesto le dimissioni per la vicenda giudiziaria».

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