Aversa, lo “strano caso” della raccolta rifiuti finisce nel mirino della magistratura

di Nicola Rosselli

La strana vicenda del servizio di igiene urbana ad Aversa è sotto la lente della magistratura. A darne notizia è lo stesso sindaco normanno Alfonso Golia che rivela anche come nessuna ditta tra quelle presenti negli elenchi della prefettura abbia voluto sostituire la Senesi in attesa che la Tekra succedesse nell’espletamento del servizio essendosi aggiudicato l’appalto per i prossimi cinque anni con un importo di 35 milioni di euro. Una situazione di stallo che ha creato nella città normanna una reale emergenza igienico-sanitaria con cumuli di rifiuti depositati a caso e senza essere differenziati anche in strutture pubbliche delicate quali, ad esempio, gli edifici scolastici cittadini.

“Le parti, Senesi, Tekra e sindacati, in un documento ufficiale – ha commentato il primo cittadino – chiedono di coinvolgere negli incontri gli enti preposti ossia il Comune, la direzione territoriale del lavoro e la Prefettura per superare l’impasse registrato sul numero delle risorse da passare. Cosa che, tra l’altro, noi abbiamo fatto fin dal primo giorno, chiamando in causa il prefetto in maniera ufficiale. Nel rispetto delle normative vigenti e dei diritti delle parti coinvolte, la nostra posizione resta quella di esigere il rispetto per i cittadini perbene e contribuenti aversani che non possono più sottostare a una raccolta a singhiozzo della quale siamo vittime e non causa”. “Ho precisato perbene – continua Golia – perché, purtroppo, registriamo il fenomeno di chi approfitta della situazione per gettare rifiuti indifferenziati creando cumuli. Ho chiesto alla Polizia municipale e alle forze dell’ordine collaborazione per debellare il fenomeno”.

Il sindaco Golia, poi, precisa meglio: “È una situazione molto delicata, che affonda le sue radici in anni addietro, sulla quale è al lavoro anche la magistratura e su cui l’attuale amministrazione vuole fare piena luce. È chiaro però che così non si può andare avanti. Il nostro dirigente in questi mesi ha contattato le ditte inserite nella ‘white list’ della Prefettura, ma nessuna ha dato la disponibilità per assumere il servizio. Anche questo è un aspetto che merita approfondimenti”. “Siamo i primi – ha concluso l’esponente del Partito democratico – a soffrire per i disservizi e siamo al lavoro con tutti gli Enti e le parti coinvolte per trovare una soluzione che depenalizzi Aversa e i suoi cittadini. Stiamo parlando di un servizio fondamentale che incrocia tematiche igienico ambientali. Ed è bene che ognuno si assuma le proprie responsabilità”. Sin qui le dichiarazioni del sindaco che continua ad essere bersaglio delle dichiarazioni dell’opposizione che lo incolpa, in particolare, di aver nominato un assessore al ramo, nella persona di Mena Ciarmiello, praticamente assente.

Dai cittadini, infine, l’ennesima lamentela per questa emergenza che dura da oltre quattro mesi e che è, quindi, divenuta endemica. Sono oltre due mesi, come lamentano gli aversani, che non funziona l’unico erogatore, quello presente al piano terra della casa comunale, di buste per la raccolta differenziata dei rifiuti. Sono in molti a minacciare di non avere più intenzione di differenziare sia per mancanza di buste sia perché gli operatori ecologici mischierebbero tutti i tipi di rifiuti. Da quanto è dato sapere, quell’unico erogatore impiantato presso gli uffici Anagrafe sarebbe desolatamente vuoto poiché il Comune deve pagare la ditta che rifornisce il distributore con il quale gli aversani interagiscono grazie alla tessera sanitaria. Assenti i sacchetti, umido compreso, come fanno i cittadini (e di conseguenza gli operatori della Senesi) a differenziare in maniera corretta?

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