David di Donatello, premio speciale a Dario Argento

di Gaetano Bencivenga

Finalmente un doveroso riconoscimento al maestro del cinema thriller/horror Dario Argento. Ciò accadrà alla 64ma edizione del David di Donatello, l’Oscar nostrano assegnato annualmente da una giuria specializzata. Ad annunciare l’attribuzione di un David Speciale al settantanovenne cineasta romano è stata la presidentessa dell’Accademia del Cinema Italiano Piera Detassis, la quale ha, anche, motivato il premio affermando “con il David Speciale a Dario Argento premiamo un maestro nell’arte della paura e del thriller, l’autore capace di suscitare, indagandoli nel profondo, i nostri atavici spaventi con uno stile personale che ha influenzato intere generazioni, unendo affondo d’autore e vocazione alla narrazione di genere. Un esempio di cinema pop sempre linguisticamente innovativo”. E aggiungendo “siamo felici ed onorati di assegnargli il David di Donatello Speciale a riconoscimento di una carriera che lascia un segno profondo rosso nella storia del cinema”.

Il riferimento è chiaro a uno dei capolavori del genere, “Profondo rosso” appunto, firmato da Argento nel 1975, un lungometraggio di enorme successo commerciale, che ha segnato l’immaginario di intere generazioni. Autore di 18 pellicole e di un episodio ne “Il gatto nero” (1990), ha raggiunto fama internazionale e, soprattutto, in Francia e in America è ritenuto uno dei registi di fondamentale riferimento per tutti gli amanti del cinema, cosiddetto, di “paura”. I vertici della sua carriera sono, tuttavia, ascrivibili al primo periodo produttivo, prodigo di validissimi titoli. Dalla iniziale trilogia degli animali, “L’uccello dalle piume di cristallo” (1970), “Il gatto a nove code” (1971), “Quattro mosche di velluto grigio” (1971), in cui prevalgono le atmosfere thriller, ai più maturi “Phenomena” (1985), “Opera” (1987) e il già citato “Profondo rosso”, dove il suo estro vira verso un inconfondibile stile horror. Passando, ovviamente, per il mitico “Suspiria” (1977), forse la sua opera più memorabile oggetto del recentissimo remake/omaggio di Luca Guadagnino, capostipite di un’altra trilogia, quella delle “tre Madri”, che include “Inferno” (1980) e “La terza madre” (2007).

Dagli anni Novanta ha intensificato la collaborazione con la figlia Asia, protagonista di alcuni dei suoi film, da “Trauma” (1993) a “Dracula 3D (2012), sua ultima produzione fino ad oggi. Proverbiale è la cura, quasi maniacale, di ogni minimo dettaglio delle sue produzioni, dalla sceneggiatura, alla fotografia, al montaggio, alla colonna sonora. Cerimonia di premiazione il 27 marzo prossimo in una diretta televisiva presentata da Carlo Conti.

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