Riso cambogiano, Caputo: “Commissione Ue riconosce danno economico all’Italia”

di Redazione

“Finalmente la Commissione Ue riconosce il danno economico arrecato all’Italia dall’importazione di riso dalla Cambogia a dazio zero. E’ una mia battaglia che ho condotto fin dall’inizio del mio mandato. Ho deciso di convocare a Strasburgo una riunione con Commissione Ue per cercare di ampliare la clausola di salvaguardia estendendola anche ad altri paesi asiatici Eba come la Tailandia o la Birmania”.

Lo ha dichiarato Nicola Caputo, parlamentare europeo del Pd e coordinatore del gruppo S&D nella commissione agricoltura del Parlamento europeo. La Commissione europea ha dovuto prendere atto, nella sua indagine iniziata nel marzo scorso, dell’esistenza di un danno reale provocato al riso europeo dalle importazioni a dazio zero da Cambogia e Myanmar ed è disponibile, dunque, a revocare dal 2019, per tre anni, le esenzioni dai dazi per questi Paesi, proponendo di applicare una tariffa doganale pari a 175 euro a tonnellata per il primo anno ed in misura ridotta per il secondo e terzo anno.

“Già nell’ottobre 2014 – ricorda Caputo – chiesi alla Commissione di applicare all’importazione di riso dalla Cambogia la clausola di salvaguardia prevista dal regolamento Ue 978/2012 sul trattamento preferenziale accordato dall’Unione alle importazioni dai paesi terzi meno avanzati. Già all’epoca le importazioni Ue di riso proveniente dalla Cambogia passarono da 5 mila a 180 mila tonnellate. L’Italia è il principale Paese produttore di riso dell’Unione Europea e da alcuni anni – conclude Nicola Caputo – sta subendo le conseguenze di un massiccio aumento delle importazioni, in particolare quelle provenienti dall’area asiatica con specifico riferimento a Myanmar e Cambogia. La decisione della Commissione Ue va nella direzione giusta, quella della difesa dei produttori e dei consumatori italiani ed europei”.

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