Cinisello Balsamo, trans ucciso con penna pistola: arrestato 42enne

di Redazione

Svolta nell’indagine sull’omicidio del transessuale peruviano Luis Omar Munoz, 43 anni, naturalizzato argentino, ucciso nel suo appartamento di Cinisello Balsamo, nell’hinterland milanese, lo scorso 4 febbraio. I carabinieri della compagnia di Sesto San Giovanni hanno tratto in arresto un 42enne italiano, G.A. netturbino, ritenuto il presunto assassino e già in carcere per una rapina. Dalle indagini, coordinate dal sostituto procuratore Vincenzo Fiorillo, è emerso che il peruviano è stato ucciso da una “penna-pistola”, che rievoca i film di spionaggio con 007 anche se piccole armi del genere ormai non fanno più parte della finzione poiché diversi modelli sono stati sequestrati, negli ultimi anni, in diverse zone d’Italia.

All’inizio quella del sudamericano, giunto in Italia solo un anno prima, era stata trattata come una morte dovuta a cause naturali. Poi, in seguito ad accertamenti, lo scenario era completamente cambiato. Il corpo senza vita di Munoz era stato scoperto, all’alba del 4 febbraio, da un suo coinquilino connazionale nel monolocale al piano interrato situato in via Friuli dove la vittima, dedita alla prostituzione, riceveva anche i suoi clienti. Il cadavere era riverso sul letto, parzialmente vestito, e in una pozza di sangue fuoriuscito dalla bocca. L’abitazione era in ordine e non mancavano soldi od oggetti di valore. Dal momento che, da un primo esame sulla salma, non era state rinvenute tracce di violenza, né tagli né fori di colpi d’arma da fuoco, si ipotizzava un decesso provocato da un malore. Ma dall’esito dell’autopsia emergeva che il peruviano era stato colpito da un piccolo proiettile alla schiena, mentre dava di spalle all’assassino.

Per individuare l’assassino, i carabinieri partivano da una testimone che riferiva di aver visto la vittima salire su una Fiat Punto in viale Fulvio Testi a Milano, intorno all’una del 4 febbraio. Dall’analisi dei tabulati telefonici si scopriva che il peruviano aveva inviato un messaggio al suo coinquilino, avvisando che sarebbe rientrato a casa con un cliente. L’autovettura segnalata aveva precise caratteristiche: un faro molto luminoso, specchietti e fiancate colorate, tuttavia non sufficienti per identificare il proprietario. Grazie, però, ad un’impronta lasciata dal killer su una lattina di coca cola trovata in casa della vittima, i militari sono risaliti a lui quando era già stato arrestato per una rapina e il ferimento, a colpi d’arma da fuoco, di un 35enne cinese proprietario di un bar a Segrate (Milano), messa a segno con un complice il giorno successivo all’omicidio del transessuale (guarda il video). Non si esclude, infatti, seppur siano ancora in corso accertamenti, che la morte del peruviano sia legata a un tentativo di rapina.

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