Mestre, coppia narcotizzata e uccisa: ergastolo per Perale

di Antonio Taglialatela

Accogliendo in pieno la richiesta dell’accusa, il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Venezia, Roberta Marchiori, ha condannato all’ergastolo Stefano Perale, il 50enne docente di Mestre ritenuto autore del duplice assassinio compiuto nel suo appartamento della città veneta, nella notte tra il 17 e il 18 giugno del 2017, con vittime un ingegnere di 30 anni, Biagio Buonomo, originario di Sant’Arpino (Caserta), e la fidanzata russa di quest’ultimo ed ex di Perale, Anastasia Shakurova. Nei suoi confronti il pm Giorgio Cava, oltre alla massima pena, ha ottenuto il riconoscimento di tutte le aggravanti contestate al professore e il risarcimento di 1 milione e mezzo di euro ai familiari delle vittime.

Nel procedimento si sono costituiti, come parti offese, i congiunti di Biagio Buonomo: il padre Vito e la sorella Simona, rappresentati rispettivamente dagli avvocati Michele Maturi del Foro di Venezia e Raffaele Costanzo del Foro di Santa Maria Capua Vetere. Mentre per la giovane russa si è costituito l’ex marito, un 37enne italiano residente nel Veneziano. Durante il processo il perito Gianfranco Rivellini, nominato dal tribunale per effettuare una perizia sulla capacità di intendere e volere dell’imputato, aveva confermato in aula l’esclusione di ogni infermità psichica di Perale, nei cui confronti. Proprio su questo punto l’avvocato Costanzo si è dichiarato soddisfatto, ritenendo che “l’invocata infermità mentale dell’imputato era il frutto di una chiara simulazione dello stesso”. “E’ evidente che nessuna pena e nessun risarcimento – ha proseguito il penalista di Aversa – potrà mai realmente alleviare il dolore dei familiari di Biagio. Penso al contegno sempre composto del padre Vito, della sorella Simona e del cognato Diego che non hanno mai chiesto vendetta ma solo giustizia per il loro caro”.

IL DUPLICE OMICIDIO – Quando gli agenti arrivarono nell’appartamento, i segni della carneficina erano ancora evidenti, a partire dalla grande macchia di sangue all’ingresso del condominio. Perale aveva prima fatto bere alla coppia una sostanza narcotizzante, mescolata alle bibite servite a tavola, per poi ucciderli. Si era accanito prima sulla sua ex, una bella ragazza dai lunghi capelli castani che aveva studiato all’Università Ca’ Foscari di Venezia, soffocandola in camera da letto, forse con un fazzoletto premuto a lungo sul volto, e poi aveva rivolto la sua rabbia contro il “rivale”, colpito a sprangate.

L’ingegnere Buonomo lavorava nel Veneziano per seguire il progetto del Superjet russo SSJ-100. Il padre Vito lavora come geometra all’ufficio tecnico al Comune di Sant’Arpino. Dopo il matrimonio si era trasferito nella vicina Sant’Antimo, al confine tra le province di Caserta e Napoli. Lì Biagio aveva vissuto fino alla morte della madre, avvenuta sette anni fa per una complicazione sopraggiunta dopo un banale intervento chirurgico. Il padre si era poi trasferito ad Aversa, dove abita con la seconda moglie, e il giovane Biagio junior, laureatosi in ingegneria alla Federico II di Napoli, che nel frattempo aveva trasferito la residenza a Barano d’Ischia, dove vive la sorella, e cominciato a girare l’Italia per lavoro. Da un po’ di tempo viveva a Gallarate, in provincia di Varese, insieme ad Anastasia con la quale era stato ad Ischia cinque giorni prima della tragedia.

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