Aversa, la vergogna della Cassa Armonica. Ronza: “Restauro con fondi Ue”

di Nicola Rosselli

Aversa – Lo scheletro della cassa armonica di piazza Principe Amedeo, è, secondo tanti aversani, che lo hanno esternato anche sui social, l’emblema del degrado aversano. Quella che rappresentava il simbolo della città della musica è finita nell’oblio insieme a Cimarosa e Jommelli.

Un accostamento che non trova d’accordo il vicesindaco con delega ai Lavori pubblici, Michele Ronza, che afferma: «Non si tratta di incuria da parte nostra. La cassa armonica l’abbiamo già trovata in queste condizioni pietose. Non siamo intervenuti perché il suo restyling rientra nell’ambito del progetto per i ‘Sagrati delle Cento Chiese’, finanziato con fondi comunitari del programma ‘Piu Europa’. Progetto che andrà a cambiare la struttura di una parte del centro storico cittadino con il recupero di importanti strutture quali il complesso di San Francesco e, appunto, la Cassa Armonica di piazza Principe Amedeo, che, lo affermo senza timore, sarà tra le più belle d’Europa, per non parlare di altre chiese cittadine». «Proprio in questa settimana – continua il numero due dell’esecutivo guidato dal sindaco Enrico de Cristofaro – consegneremo i lavori alla ditta che si è aggiudicato l’appalto per dare il via alla realizzazione del progetto».

Un progetto che porta ad Aversa (grazie all’amministrazione Ciaramella) poco meno di tre milioni di euro. Dopo il parere favorevole (già pervenuto) della Soprintendenza saranno recuperati alcuni dei sagrati delle cento chiese del centro storico di Aversa. Nello specifico si tratta di opere scelte per il valore artistico storico urbanistico ed architettonico. Saranno recuperati i sagrati della chiesa di Santa Maria a Piazza nei pressi del Castello Aragonese che ospita il tribunale di Napoli Nord (costo intervento 178mila euro); Chiesa di San Domenico, in piazza Plebiscito, chiusa dal terremoto del 23 novembre 1980 ed in via di riapertura (186mila euro); Chiesa di Santa Maria del Popolo in via Castello (62mila euro), Duomo di San Paolo (200mila euro) e, quello più complesso del convento di San Francesco, piazza don Peppe Diana e Cassa Armonica di piazza Principe Amedeo (1.943.000 euro).

L’obiettivo è quello di assicurare ai sagrati, nell’attuale condizione di traffico, aree pedonali, caratterizzate da pavimentazioni differenziate da quelle carrabili. Le pavimentazioni carrabili saranno restaurate con il recupero degli antichi basalti. L’intervento più impegnativo è certamente quello relativo all’insula di San Francesco ed alla contigua piazza don Diana. Questo è anche il complesso per il quale la Soprintendenza aveva espresso delle perplessità sull’ipotesi avanzata che prevedeva l’abbattimento dell’edificio che ospitava il liceo artistico. Si è definita un’opera di restauro e di rifunzionalizzazione del palazzo De Rebursa e con l’occasione di intervenire e mettere in luce l’antica fabbrica. Saranno recuperati gli antichi archi, così come tutti gli altri elementi che hanno un valore artistico culturale. Nel contempo, saranno ridotti i volumi del fabbricato relativo all’ex liceo artistico e sarà ridisegnata piazza don Diana che diventerà tutt’uno con piazza Principe Amedeo (quella che gli aversani chiamano “Villa Comunale”) dove sarà restaurata, appunto, anche la cassa armonica, come detto, attualmente ridotta quasi ad un rudere, dopo i fasti del passato.

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