Caserta, falsi nulla osta per permessi di soggiorno: 3 arresti, c’è anche dipendente Prefettura

di Redazione

Gli agenti della squadra mobile di Caserta hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di misura cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta della Procura, che dispone il divieto di dimora nella provincia di Caserta a carico di tre persone: i fratelli pachistani Shahbaz Ahmed, 40 anni, attualmente irreperibile, e Shahzad Ahmed, di 45, e Alfonso Moscia, 43, ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere, corruzione e altro.

L’indagine ha permesso di svelare l’esistenza di una collaudata organizzazione criminale, insediata in provincia di Caserta, ma con stabili articolazioni in altre regioni del territorio nazionale ed all’estero, dedita a procurare l’illegale ingresso in Italia di cittadini extracomunitari, di cui risultavano promotori ed organizzatori i fratelli Ahmed. Gli stessi si avvalevano dell’indispensabile e consapevole apporto di Alfonso Moscia, pubblico ufficiale in servizio allo Sportello Unico per l’Immigrazione della Prefettura di Caserta, il quale, in cambio di denaro ed altre utilità, compiendo atti contrari ai propri doveri di ufficio, favoriva il rilascio di nulla osta al ricongiungimento familiare, pur non ricorrendone i requisiti di legge, ovvero ne accelerava l’iter procedimentale.

In particolare, il sodalizio, in cambio di somme di denaro, variabili dai mille ai 1.500 euro, procacciava nulla osta al ricongiungimento familiare in favore di cittadini extracomunitari che non disponevano dei requisiti prescritti dalla normativa vigente, solitamente per la mancanza di un reddito adeguato al sostentamento dei familiari per i quali veniva presentata la relativa istanza.

La polizia ha ricostruito il complesso meccanismo escogitato dall’organizzazione per perseguire i propri illeciti fini, fondato essenzialmente sul sistematico ricorso al falso documentale: infatti venivano procurati dagli indagati falsi documenti che certificavano la residenza, contratti di locazione di immobili, certificati di idoneità abitativa, dichiarazioni di redditi attestanti la disponibilità di adeguati mezzi di sostentamento dei familiari con i quali si desiderava ricongiungersi.

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