Aversa, strani furti nella casa comunale: l’ombra del “Munaciello”

di Nicola Rosselli

Aversa – “Munaciello” nella casa comunale aversana, ma non si tratta dell’Alfredo di eduardiana memoria in “Questi fantasmi”. Il “munaciello” o i “munacielli” in questione, infatti, sottraggono e spargono soldi per le stanze dell’ente normanno. L’ultimo, più brutto ed eclatante, episodio riguarda la scomparsa di numerose bambole che erano state apposte meno di 48 ore prima, in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne, su un’installazione intitolata “Il muro delle donne”, collocata sotto i portici della casa comunale (leggi qui).

La presidente dell’associazione “Non sei sola” ha avuto parole dure per l’accaduto, sino a quando ha annunziato su Facebook che le bambole erano state ritrovate in una stanza della casa comunale dove le avrebbe “sistemate” un non meglio specificato addetto che aveva pensato di smontare l’installazione. Non sapeva la presidente che le bambole erano state ritrovate dopo che l’assessore alle politiche sociali Dino Carratù “ha fatto il pazzo”. Solo quando l’esponente dell’esecutivo guidato dal sindaco Enrico De Cristofaro si è palesemente adirato, qualcuno gliele ha fatte, magicamente, ritrovare.

In precedenza, altri episodi grandi e piccoli si erano verificati nelle segrete stanze. Una dirigente non ha più trovato il portafoglio con tanto di soldi e documenti ed è stata costretta a presentare una denunzia alle forze dell’ordine.

Stessa sorte hanno subito anche dipendenti del comune che non hanno, però, sporto denunzia perché ad essere sottratti sono stati solo i soldi e non i documenti per il cui rinnovo è, invece, necessaria. Insomma, qualche “munaciello” sembra albergare effettivamente tra le antiche mura di quello che fu sì un convento, ma femminile.

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