Aversa, servizi sociali: si valuta un ambito esclusivo per la città

di Nicola Rosselli

Aversa vuole uscire dall’Ambito Socio-Sanitario C6 e rendersi autonoma. Questo il dato più importante al termine della seduta di consiglio comunale di ieri che si è occupata anche di variazioni di bilancio (per consentire Natale ad Aversa e la manutenzione straordinaria di alcune scuole) e riconoscimento dei debiti fuori bilancio. Nel corso dell’assise è stata votata la modifica all’articolo 10 della Convenzione associativa con l’Ambito socio-sanitario C6, il cui comune capofila è Casaluce, che aumenta da 7 a 8 euro ad abitante la quota contributiva a carico del Comune di Aversa.

Contestualmente alla deliberazione è stato proposto, dal consigliere Carmine Palmiero di concerto con l’assessore al ramo Dino Carratù (nella foto) e con il consigliere delegato, Mimmo Palmieri, un emendamento successivamente sottoscritto da tutti i capigruppo e votato poi all’unanimità, con il quale si demanda agli uffici comunali competenti la verifica della possibilità di recedere dalla Convenzione con l’Ambito C6 al fine di costituire un’azienda consortile esclusiva per la Città di Aversa.

“Aversa – ha affermato Carratù, a margine dei lavori – è una città che conta, oggigiorno, più di 60 mila cittadini, ossia quasi più del totale degli abitanti degli altri comuni che aderiscono all’ambito territoriale. Le nostre esigenze, cioè quelle di un comune grande con una platea eterogenea di persone che necessitano di assistenza, non è quella di comuni di dimensioni circoscritte. Questo dato ci sta portando a considerare, di concerto con gli uffici regionali, la possibilità di gestire in proprio i servizi socio-sanitari e assistenziali. Le nostre esigenze non collimano con quelle degli altri associati, ma non possiamo più consentire di essere la ruota di una macchina guidata da chi ha interesse ad andare a sinistra mentre le nostre esigenze impongono una svolta a destra. Aversa ha bisogno di una macchina sua. E ciò senza entrare in polemica con alcun comune confinante. Le nostre esigenze non sono più quelle di 10 anni fa”.

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