San Cipriano d’Aversa (Caserta) – Un’opera pubblica che doveva restituire alla comunità un edificio scolastico più sicuro e moderno si è trasformata, col passare degli anni, in una vicenda sempre più intricata, tra sospensioni, costi lievitati e proroghe con motivazioni discutibili. È quanto denuncia, con toni sempre più accesi, il gruppo politico “Sanciprianesi al Centro”, che torna a puntare il dito contro l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Vincenzo Caterino per la gestione del cantiere della scuola di via Starza, chiusa dal 2022.
La nuova presa di posizione arriva a seguito di un secondo accesso agli atti effettuato lo scorso 17 aprile dal gruppo civico. Una mossa che, come già avvenuto dopo il primo accesso dell’11 luglio 2024, sembra aver smosso le acque: in entrambi i casi, infatti, a distanza di appena sei giorni, l’impresa appaltatrice ha mostrato segni di vita. La prima volta, i lavori – fermi da ben 468 giorni – ripresero improvvisamente. La seconda, invece, è arrivata la richiesta di una proroga di 90 giorni per ritardi nelle lavorazioni, a cui si sono aggiunti ulteriori 41 giorni per il cambio dell’esecutore, nonostante il contraente fosse rimasto lo stesso.
Secondo “Sanciprianesi al Centro”, il comportamento dell’ente municipale è emblematico di una gestione approssimativa e poco trasparente. Il gruppo contesta duramente l’accettazione “supina” da parte del Comune di una nuova proroga motivata da quella che definisce una giustificazione “risibile”: infiltrazioni d’acqua dal solaio superiore che avrebbero danneggiato le strutture sottostanti, impedendo il completamento di tinteggiature e impianti.
A questo punto, una raffica di domande viene rivolta direttamente al primo cittadino. «Com’è possibile che vi siano infiltrazioni – si legge nella nota – se l’impermeabilizzazione era già prevista e finanziata nell’appalto? Cosa si intende con ‘solaio ammalorato’? E, se si fosse trattato della vostra casa, avreste prima effettuato le finiture e poi le opere di protezione contro le intemperie?».
La critica si fa ancora più pungente quando si evidenzia il contrasto tra l’apparenza e la realtà del cantiere. «Hanno tinteggiato solo il prospetto fronte strada – accusano – per dare l’impressione di un lavoro completato, ma gli altri lati dell’edificio sono privi persino delle impalcature necessarie a svolgere le più elementari operazioni».
Ma non è tutto. Il gruppo riporta anche un ulteriore elemento di amarezza: la sparizione, senza alcuna comunicazione ufficiale, di una serie di interventi pensati per arricchire l’offerta educativa dell’istituto. Si trattava di spazi per la socializzazione e l’apprendimento innovativo: un orto didattico, un campo da pallavolo, aree ludiche e uno spazio espositivo. Tutte opere inserite nel progetto approvato in sede di gara e poi svanite, nonostante l’aumento del costo complessivo del 44,19% e una dilatazione dei tempi di oltre il 250%.
Una “beffa”, così la definisce il gruppo, che si somma al disagio delle famiglie e degli alunni costretti da tre anni a fare i conti con la chiusura del plesso. Una situazione che – concludono – «ha oltrepassato non solo il limite del denaro e del tempo, ma anche quello della decenza». E che continua ad alimentare interrogativi e sfiducia: «Davvero il sindaco crede che i sanciprianesi non capiscano cosa sta accadendo?». Intanto, la richiesta protocollata per visionare i nuovi documenti resta in attesa di riscontro.