G7 Taormina, tutto quello che è successo tra i “Grandi” della Terra

di Gabriella Ronza

E’ iniziato venerdì 26 maggio l’incontro tra i “Grandi” della Terra, quello che è già stato definito “Il G7 più impegnativo degli ultimi anni”. Due giorni di lavoro, sette leader dei Paesi del G7 oltre al presidente della Commissione europea Juncker e al presidente del Consiglio europeo Tusk, altri cinque capi di Stato e di governo di paesi africani e sei organizzazioni internazionali che si sono unite al vertice nella seconda giornata; un totale di circa 2.000 delegati: sono i numeri dell’incontro di Taormina. Migliaia di persone che si sommano a circa 3.000 uomini delle forze dell’ordine, militari e intelligence che presidiano la cittadina e garantiscono la sicurezza. A questi numeri vanno poi aggiunti i più di 2.000 giornalisti accreditati da tutto il mondo.

“Chiediamo risultati. Non sarà un confronto semplice ma lo spirito di Taormina ci può aiutare nella direzione giusta”, era partito con questo spirito il premier Paolo Gentiloni in un messaggio diffuso all’avvio del G7 a Taormina, pretese che forse, in parte, sono state esaudite nei due lunghi giorni di incontri.

Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk – che ha insistito più volte sulla necessità dell'”unità” fra i leader su vari temi, dalla migrazione all’Ucraina – l’ha addirittura descritto come “il summit più difficile degli ultimi anni”. Perché sulle questioni globali più urgenti, come il clima e il commercio, i leader mondiali riuniti avevano idee molto diverse. Gli Usa erano infatti partiti con una posizione ben precisa che hanno fatto sentire “forte e chiaro” a Taormina.  Attraverso il consigliere economico della Casa Bianca, Gary Cohn, si dicevano pronti a una discussione “robusta” sia sul commercio che sul clima. Il commercio, aveva rivelato Cohn, “sarà un grande tema” e “continueremo a difendere ciò che riteniamo sia giusto, ossia un commercio libero, aperto e equo. Il presidente Usa, Donald Trump, è stato molto chiaro su ciò che questo significa”.

Per “commercio aperto”, il presidente Usa, sottolinea Cohn, intende la reciprocità nei rapporti commerciali: “Ti trattiamo nel modo in cui ci tratti, se non hai barriere al commercio e se non hai dazi anche noi non avremo dazi. Se avete dei dazi, dovremo avere dei dazi”. L’obiettivo “non è quello di creare dei dazi negli Usa. Il nostro obiettivo è ottenere che i paesi che limitano le nostre merci abbassino i loro dazi ai livelli dei nostri”.

Quanto al clima Trump “vuole fare la cosa giusta” ma si preoccupa anche “di creare posti di lavoro” negli Usa, aveva riferito Cohn. Il presidente “vuole ascoltare quello che i partner europei e gli altri partecipanti del G7 hanno da dire “sul dossier clima”, ed “è giunto il momento per Trump di avere una discussione profonda e di capire i loro problemi ma soprattutto per gli altri partecipanti del G7 di capire anche i nostri problemi”.

Tra gli obiettivi dell’amministrazione, infatti, affermava Cohn, “c’è quello di far crescere nuovamente ancora l’economia statunitense, dare posti di lavoro migliori ai lavoratori americani e far cresce la classe media”. E per far ciò, aggiungeva, “dobbiamo liberarci da una regolamentazione che ostacola la crescita, migliorare il sistema fiscale, migliorare le nostre infrastrutture”. Certo, “anche il clima” fa parte di questa equazione “e il presidente, che è un uomo d’affari, lo capisce”: proprio per questo “vuol fare la cosa giusta sul tema ambiente, si preoccupa dell’ambiente ma si preoccupa anche di creare posti di lavoro per gli americani”.

Con queste premesse sono stati affrontati i vari temi. Il primo atto della giornata è stato il saluto di Renzi su Facebook: “Buon lavoro al presidente Gentiloni e a tutti i leader del G7. Sono molto felice che Taormina possa essere – almeno per oggi e domani – una delle capitali del mondo”. “Il vertice era previsto a Firenze, ricordate? Decidemmo di spostarlo quando, durante una riunione internazionale, qualche leader fece una battutaccia di troppo sulla Sicilia, sui suoi stereotipi, sui soliti pregiudizi”.

Verso le 10 si è svolto già il primo incontro bilaterale della giornata: quello tra il presidente francese Emmanuel Macron e la premier britannica Theresa May: “Conosciamo questo genere di attacchi. Faremo tutto ciò che possiamo per rafforzare la cooperazione contro il terrorismo”, ha detto Macron, commentando l’attacco alla Manchester Arena del 22 maggio. Dopo l’incontro con la May, invece, Macron ha discusso con il primo ministro canadese, Justin Trudeau, in un bilaterale informale. I due hanno parlato camminando e si sono fermati, più volte, sulla terrazza fronte mare.

Verso le 11 Gentiloni ha dato il via alla cerimonia inaugurale del G7 accogliendo al teatro greco di Taormina i leader stranieri. Il primo ad arrivare è stato il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, seguito dal presidente del Consiglio europeo Donald Tusk. Poi è stata la volta della cancelliera Angela Merkel, quindi tutti gli altri. In ritardo di dieci minuti il presidente statunitense Donald Trump, l’ultimo ad arrivare per la foto di gruppo. Il capo della Casa Bianca è stato accolto dal premier Paolo Gentiloni, con il quale c’è stata la tradizionale stretta di mano, prolungata più lungo del solito e ripetuta per le foto di rito davanti alle bandiere dei Paesi del G7. Dal labiale, è sembrato che Trump, rivolto ai fotografi, dicesse “ciao”.

Dopo la cosiddetta ‘family photo’, la tradizionale foto di gruppo dei leader del G7 che segna, per tradizione, l’inizio ufficiale del vertice, i capi di Stato e di governo si sono spostati a piedi lungo corso Umberto verso l’hotel San Domenico per un ‘working lunch’. Solo Donald Trump, per motivi di sicurezza, ha seguito il percorso a bordo di una golf-car scendendo per camminare e unirsi al gruppo solo nell’ultimo tratto. A margine della foto, il presidente americano Trump ha scambiato battute con gli altri leader, in particolare ha parlato con la cancelliera Angela Merkel: forse ha voluto appianare le tensioni suscitate dall’articolo di Spiegel. Il settimanale tedesco ha raccontato che, nel corso dell’incontro giovedì a Bruxelles con i vertici dell’Ue, il presidente americano si sarebbe scagliato contro i tedeschi definendoli “molto cattivi” per il loro export di auto negli Usa.

“Siamo molto felici di avere questa opportunità: la Sicilia ha una posizione geografica particolare, rappresenta un ponte tra le due sponde del Mediterraneo”, ha detto Gentiloni aprendo i lavori del G7. Il tema dei migranti e della loro accoglienza con tutte le implicazioni che comportano, in ambito umanitario e di sicurezza, è stato uno dei temi cardini del vertice.

“Pur sostenendo i diritti umani dei migranti e rifugiati, riaffermiamo i diritti sovrani degli Stati di controllare i loro confini e fissare chiari limiti ai livelli netti di immigrazione, come elementi chiave della loro sicurezza nazionale e del loro benessere economico”. Lo si legge in una bozza del documento finale del G7, tuttora sottoposta a un negoziato aperto, che l’Ansa ha potuto visionare. “La gestione e il controllo dei flussi di migranti richiede – pur tenendo conto della distinzione fra rifugiati ed emigrati economici – sia un approccio d’emergenza che uno di lungo termine” dice il documento in cui si precisa che i leader sono d’accordo nello “stabilire partnership per aiutare i Paesi a creare nei loro confini condizioni che risolvano le cause della migrazione”.

Sarà un comunicato finale di poche pagine, solo sei secondo le indiscrezioni contro le 30-40 pagine che hanno caratterizzato le precedenti edizioni del vertice G7. Al documento finale dovrebbe essere allegata una dichiarazione sulla lotta al terrorismo. Essenziale anche l’incontro tra Trump e Theresa May. A quanto si apprende da fonti Usa, i due leader hanno confermato il loro impegno per un accordo commerciale pro-Brexit.

“Resta sospeso l’accordo sui temi del cambiamento climatico su cui l’amministrazione americana ha in corso una riflessione”. Così ha spiegato il premier Gentiloni in conferenza stampa. Poi la precisazione: “Siamo però fiduciosi che anche gli Stati Uniti vorranno partecipare agli accordi dei trattati di Parigi e ci auguriamo che siano decisioni positive già nel corso dei prossimi giorni o settimane”. “C’è un’atmosfera di discussione diretta e sincera – ha anche rivelato – che si traduce in punti di convergenza sulle maggiori questioni: dalla Siria alla Libia ai temi del commercio internazionale, su cui si sta ancora lavorando”.

Sul terrorismo c’è stato un accordo unanime: “Noi leader del G7 esprimiamo la nostra più sentita vicinanza e le nostre sentire condoglianze per il brutale attacco e le vittime di Manchester che dimostra come dobbiamo rafforzare i nostri sforzi e trasformare i nostri impegni in azioni”. “Condanniamo in modo più deciso possibile il terrorismo e tutte le sue manifestazioni: la lotta al terrore rimane una delle maggiori priorità del G7. Siamo uniti nel rendere sicuri i nostri cittadini e preservare i loro valori e stili di vita”. “Ribadiamo – si legge – ogni forzo per tagliare risorse e canali di finanziamento al terrorismo”. “Il G7 si è unito alla Gran Bretagna per condannare il barbarico attentato” di Manchester. Lo ha detto la premier britannica Theresa May precisando che la lotta riguarda in particolare quanto veicolato su internet, infatti la ministra britannica si è scagliata contro il Web, gridando alla poca prevenzione su questi delicati argomenti.

Per quanto riguarda il clima, la stessa premier britannica ha detto che le discussioni sul clima al G7 sono state intense, con la Gran Bretagna impegnata al rispetto dell’accordo, lasciando chiaramente intendere che non c’è ancora un’intesa con gli Usa su questa questione. In seguito, i leader del G7 e le loro consorti sono arrivati al Teatro Greco di Taormina per assistere al concerto della Filarmonica della Scala. Molto sobrio, come sempre, il look della cancelliera tedesca.

Proprio la Merkel si è mostrata come uno dei leader più determinati. “Durante i negoziati al G7 – ha affermato poi la cancelliera – abbiamo detto chiaramente che vogliamo che che gli Usa rispettino l’impegno preso con l’accordo sul clima” di Parigi. Tuttavia “gli Usa hanno chiarito di non aver ancora preso una decisione e che tale decisione non verrà presa qui”, ha aggiunto la Merkel. A fronte delle divisioni su commercio internazionale e clima, la cancelliera ha parlato di unità d’intenti del G7 sul fronte del terrorismo.

Altro argomento spinoso è stato quello sul rischio delle barriere commerciali e del protezionismo, sostenuti da quella parte del mondo (America in prima fila) che ritiene che la globalizzazione penalizzi i cittadini. Posizione che confligge con quella dell’altra parte del pianeta, dall’Europa all’Asia, che invece sostiene il libero scambio. Il tema del commercio è stato uno dei nodi del G7 di Taormina.

Alla fine della sessione pomeridiana dei lavori del G7, i capi di Stato e di governo hanno firmato la “Dichiarazione di Taormina” sulla sicurezza e la lotta al terrorismo. “Vogliamo dare un messaggio di forte solidarietà, vicinanza e amicizia alla Gran Bretagna dopo l’attentato di Manchester” ha spiegato il premier italiano, Paolo Gentiloni insistendo sulla determinazione necessaria per sconfiggere il terrorismo. “Diversi punti di questa dichiarazione si riferiscono al rafforzamento della cooperazione tra le 7 maggiori economie del mondo occidentale su diverse questioni”, ha spiegato Gentiloni, ritenendo come siano necessari cooperazione e condivisioni di informazioni internazionali e una sensibilizzazione dei grandi internet provider sull’attenzione ai contenuti che circolano online.

Ad aprire i lavori della seconda giornata di lavori il premier Paolo Gentiloni, che ha dato il benvenuto ai leader e alle organizzazioni internazionali arrivati al vertice: “Quest’anno abbiamo messo al centro di questa sessione aperta i rapporti con l’Africa. Già Taormina e la Sicilia dicono quanto è importante per noi il rapporto con l’Africa, ci troviamo nel cuore del Mediterraneo e oggi la discussione si concentra sull’esigenza di partnership a tutto campo tra G7, organismi internazionali e Paesi africani”. Il premier ha aggiunto che “oltre all’innovazione della produttività”, all’Africa servono “infrastrutture di qualità e investimenti per lo sviluppo del capitale umano”.

Gentiloni ha anche ricordato che il prossimo G20, in programma il 7 e 8 luglio in Germania, “avrà una linea di continuità con l’incontro di oggi, dedicando attenzione particolare all’Africa e all’attrazione degli investimenti”. Il primo ministro italiano ha sottolineato come l’agenda del G7 debba dialogare “con quella per lo sviluppo per l’Africa, l’agenda 2063, che è un caposaldo strategico per lo sviluppo del Continente”. Durante la seconda giornata si è fatta notare l’assenza della premier britannica Theresa May, ripartita ieri pomeriggio per seguire da vicino le indagini sulla strage avvenuta lunedì a Manchester.

C’è stata, inoltre, una fuga di notizie. Secondo quanto trapela da alcune fonti al G7, sulla questione del clima ci sarà “un’unica dichiarazione a sette” al termine del vertice, nella quale i sei altri partner si impegneranno “a lasciare più tempo agli Stati Uniti per prendere una decisione sull’accordo di Parigi”. All’ordine del giorno anche una discussione sulla crisi tra Russia e Ucraina: nel dossier finale i Sette Grandi si impegneranno a prendere “ulteriori azioni” nei confronti della Russia, se non rispetta gli accordi di Minsk sull’Ucraina. Sulla necessità di non levare le sanzioni a Mosca ci sarebbe quindi anche l’accordo degli Usa.

Niente conferenza stampa finale per Trump e Merkel. La cancelliera tedesca e il presidente americano non parleranno al termine della seconda giornata di lavori del G7. Merkel avrà solo un breve colloquio con i giornalisti tedeschi e non con la stampa internazionale. La Casa Bianca ha invece ufficializzato che Donald Trump lascerà Taormina dopo il pranzo di lavoro con gli altri leader, per recarsi alla base di Sigonella, dove parlerà alle truppe Usa. Poi l’imbarco sull’Air Force One che lo riporterà con la first lady Melania a Washington. Si terranno invece le conferenze del premier italiano Paolo Gentiloni alle 15, e a seguire, salvo cambiamenti di programma, quelle del presidente francese Emmanuel Macron, del premier giapponese Shinzo Abe e del premier canadese Justin Trudeau.

Tensione a Giardini Naxos. Proprio mentre a Taormina i leader saranno impegnati nelle conferenze stampa finali, nella vicina Giardini Naxos è previsto un corteo “no summit”, in cui sono attese più di tremila persone. Un’ordinanza del sindaco Lo Turco ha previsto per oggi la chiusura di negozi, scuole e uffici. Tuttavia, molte attività sono chiuse già da ieri per timore di scontri tra i manifestanti e le forze dell’ordine. I commercianti della zona hanno realizzato barriere in legno e alluminio a protezione delle proprie vetrine.

Per ultimo è bene ricordare uno degli argomenti più importanti affrontati durante questo G7, nel bilaterale Trump-Abe, ossia la questione Corea del Nord: per Trump, infatti, “è un grosso problema” ed “è un problema mondiale”. Questo problema, ha aggiunto, “sarà risolto ad un certo punto. Sarà risolto”.

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