Prostituzione, sequestrato residence a Rimini utilizzato da escort

di Redazione

Rimini – La Guardia di Finanza di Rimini, a conclusione di indagini delegate dalla locale Procura della Repubblica in materia di contrasto della tolleranza e del favoreggiamento della prostituzione nelle strutture alberghiere, ha eseguito l’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali nei confronti di tre persone (C.G., foggiano di 69 anni, C.G., riminese di 22 anni, e S.L., romano di 67 anni) e il sequestro preventivo di un immobile adibito a residence.

Le indagini scaturiscono da autonoma attività info-investigativa – svolta nell’ambito di un piano operativo di controllo del territorio promosso e coordinato dal comando provinciale di Rimini per la tutela dell’economia della “Riviera Romagnola” ed il contrasto del fenomeno del sommerso d’azienda nel settore ricettivo – turistico – che ha permesso di constatare, soprattutto nelle ore serali/notturne, un traffico di giovani donne in abiti succinti, in entrata e in uscita dal residence, accompagnate da uomini sempre diversi.

Le Fiamme gialle, pertanto, hanno continuato a raccogliere elementi investigativi mediante l’esecuzione di mirati appostamenti e interviste ai clienti. Successivamente, valorizzando la “trasversalità” dell’azione ispettiva del Corpo, è stato disposto un accesso presso il luogo di esercizio nella struttura ricettiva al fine di eseguire un controllo fiscale e acquisire informazioni dagli occupanti, perlopiù giovani ragazze di origini comunitarie.

Il quadro ispettivo delineatosi ha lasciato poco spazio all’immaginazione. Dagli elementi raccolti, è emerso come il residence in questione, composto da oltre 20 mini appartamenti, dove erano alloggiate 20 ragazze, fosse adibito quasi esclusivamente a luogo di prostituzione e che i soggetti coinvolti a vario titolo nella gestione della struttura fossero non solo pienamente consapevoli del mercimonio ma ne agevolavano la commissione tramite il controllo degli ingressi e degli spazi comuni, di persona o tramite sistema di videosorveglianza.

La gestione della struttura ricettiva, inoltre, è risultata operare in evasione d’imposta. Sono state, infatti, contestate all’impresa numerose violazioni amministrative, tra cui l’omessa istituzione e conservazione delle scritture contabili, l’omessa documentazione di ricavi per oltre 30 mila euro e l’omessa comunicazione all’autorità di P.S. della cessione di fabbricato a cittadini stranieri.
Nel corso dell’accesso venivano altresì rinvenuti e sequestrati un centinaio di prodotti contraffatti denunciando 3 responsabili originari del Bangladesh.

Il pm Luca Bertuzzi, considerati gli elementi investigativi raccolti, condividendo la proposta avanzata dal Gruppo di Rimini, ha richiesto al giudice per le indagini preliminari l’applicazione di misure cautelari personali (nei confronti dei tre soggetti responsabili principali, denunciati in concorso con altri due soggetti per lo stesso reato) e il sequestro preventivo dell’intero residence. Il gip Sonia Pasini ha ora concesso la misura dell’obbligo di dimora nel Comune di Rimini e di presentazione nonché il sequestro preventivo della struttura ricettiva del valore stimato pari a circa 3 milioni di euro.

Per questo i finanzieri del comando provinciale di Rimini hanno dato esecuzione ai provvedimenti dell’autorità giudiziaria intervenendo di nuovo presso il residence, che è stato sottoposto a sequestro per scongiurare la continuazione degli illeciti penali, identificandovi ulteriori 35 ragazze “escort”, che vi alloggiavano e notificando l’ordinanza delle misure cautelari ai responsabili della struttura.

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