Torino, rom “nullatenenti”: sequestrati beni per 2 milioni

di Redazione

Torino – La Guardia di Finanza di Torino, con l’ausilio di un elicottero del Corpo, ha proceduto al sequestro di beni e valori per oltre 2 milioni di euro nei confronti di 45 persone appartenenti alla comunità Rom torinese, colpite da un provvedimento di misura di prevenzione patrimoniale, indiziate di essere dedite alla commissione di numerosi e reiterati reati contro il patrimonio e di viverne dei proventi. Avevano nella loro disponibilità denaro, beni immobili e autovetture pur dichiarando redditi molto bassi o nulli.

Il provvedimento, emesso dal Tribunale di Torino – Sezione delle Misure di Prevenzione, a seguito di approfonditi accertamenti patrimoniali effettuati dal Nucleo Polizia Tributaria Torino, su proposta della locale Procura della Repubblica, ha permesso di sequestrare beni immobili, autovetture e disponibilità finanziarie, cautelando, tra gli altri, 5 terreni, 6 fabbricati e una Porsche Cayenne Turbo.

La vicenda nasce da un’indagine penale avviata alcuni anni fa in materia di delitti contro il patrimonio, durante la quale sono stati raccolti numerosi elementi di fatto, idonei a far ritenere che gli indagati vivessero abitualmente con i proventi di furti commessi in Italia.

Accertato, sulla base delle evidenze investigative, il peculiare profilo soggettivo degli indagati, gli accertamenti della Guardia di Finanza sono stati rivolti ad approfondire le reali disponibilità dei soggetti, anche attraverso l’esame dei loro conti bancari, confrontandole con i redditi dichiarati negli ultimi 15 anni.

L’esame ha evidenziato che tutti gli immobili, gli autoveicoli e il denaro in possesso dei 45 soggetti destinatari del provvedimento non trovano alcuna lecita giustificazione.

Il sequestro eseguito rientra nell’ambito delle misure di prevenzione patrimoniale, disciplinate dal “Codice antimafia”, una specifica normativa introdotta per contrastare l’accumulazione di patrimoni illeciti da parte di soggetti che, abitualmente dediti alla commissione di reati, evidenziano una rilevante sproporzione tra le reali manifestazioni di ricchezza e il reddito dichiarato.

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