Zara non rispetta i diritti umani e il Brasile si ribella

di Gabriella Ronza

Chi non conosce i capi di abbigliamento Zara del colosso Inditex? I negozi affollatissimi del noto marchio sono presenti in quasi tutti i centri commerciali della penisola. Zara, infatti, è uno dei più importanti rivenditori di moda del mondo occidentale.

Sembrerebbe, tuttavia, che l’azienda non controlli a sufficienza la propria filiera produttiva. Secondo gli ultimi risultati dell’Ispettorato del lavoro brasiliano nel rapporto di maggio “Dalla responsabilità morale alla responsabilità legale?”, pubblicati da Repórter Brasil e dal Centre for Research on Multinational Corporations (Somo), Zara non opererebbe con una sufficiente trasparenza all’interno della sua supply chain (gestione della catena di distribuzione).

Le accuse non sono nuove. Nel 2011 le autorità brasiliane avevano scoperto violazioni dei diritti dei lavoratori occupati per conto di fornitori di Zara, costretti a lavorare in condizione disumane.

Sono passati quattro anni, ma le stesse autorità hanno rivelato ben 67 violazioni presso i fornitori di Zara.

Il marchio si difende rivelando che i presunti reati evidenziati dalla relazione di controllo si riferiscono a comportamenti di terze parti che non devono essere confusi con Zara.

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