Napolitano telefona a don Ciotti, solidarietà per le minacce

di Mena Grimaldi

 Roma. Solidarietà per le minacce subite. Questa in sintesi la telefonata che avrebbe fatto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a don Luigi Ciotti per le minacce di morte da parte del boss dei corleonesi Totò Riina.

Sabato pomeriggio don Ciotti aveva appreso che l’ex capo di Cosa Nostra, dal carcere, aveva commentato: “Putissimo pure ammazzarlo”. Intercettato nello scorso settembre durante un colloquio con il boss pugliese Alberto Lorusso, Riina aveva detto del palermitano che “è una figura che somiglia a padre Puglisi”.

Le frasi avevano portato a innalzare il livello delle misure di sicurezza a protezione del sacerdote. Il fondatore di Libera intanto non si piega alle minacce di morte di Cosa nostra.

E ribadisce: “Per me l’impegno contro la mafia è da sempre un atto di fedeltà al Vangelo, alla sua denuncia delle ingiustizie, delle violenze, al suo stare dalla parte delle vittime, dei poveri, degli esclusi”.

Lorena La Spina, segretario dell’associazione nazionale Funzionari di Polizia, dopo aver espresso “vicinanza e solidarietà” al sacerdote, avvisa le istituzioni: “Auspichiamo che le parole di Don Ciotti suonino come un vero e proprio monito, affinché il Parlamento sappia imprimere la dovuta accelerazione alla definizione dei numerosi provvedimenti normativi attualmente in discussione, in particolare in materia di corruzione, auto riciclaggio, falso in bilancio e confisca dei beni, perché la lotta alle mafie deve essere sostenuta da una ferrea volontà politica”.

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