Baby squillo a Roma: condannati tutti gli imputati

di Redazione

 Roma. Sono stati tutti condannati gli otto imputati giudicati con il rito abbreviato davanti al giudice Costantino De Robbio nell’ambito del primo filone di indagine sulle cosiddette ‘baby squillo’ che si prostituivano in un appartamento ai Parioli.

Mirko Ieni, ritenuto dalla procura colui che ha reclutato le due studentesse, è stato condannato a 10 anni di reclusione e al pagamento di 60mila euro di multa (l’accusa aveva chiesto 16 anni e mezzo).

Sei anni di reclusione e ventimila euro di multa rappresentano la pena inflitta alla mamma della più piccola delle due baby squillo: la donna, cui è stata revocata la potestà genitoriale, è stata dichiarata decaduta dalla successione e dovrà risarcire i danni alla figlia, costituitasi parte civile.

Queste le altre condanne inflitte dal giudice, cui è bastata una camera di consiglio di pochi minuti: Nunzio Pizzacalla, 7 anni e 24mila euro di multa; Riccardo Sbarra, 6 anni e 30mila euro; Mario Michael De Quattro 4 anni e 3mila euro; Marco Galluzzo 3 anni, 4 mesi e 8 mila euro; un anno di reclusione e 3mila euro per Gianluca Sammarone e Francesco Ferraro, gli unici cui è stata concessa la sospensione della pena.

Gli imputati sono stati tutti condannati a risarcire le parti civili in sede civile. Accogliendo una richiesta del procuratore aggiunto Maria Monteleone e del pm Cristiana Macchiusi, il giudice ha disposto la confisca dei pc, già a suo tempo sequestrati, che saranno ora affidati ai carabinieri della quarta sezione del reparto operativo per attività di lotta alla pedofilia.

“Il commento alla sentenza è chiaro: è stata finalmente ridimensionata dal giudice la sproporzionata richiesta di condanna del pm. Attendiamo i motivi della sentenza; certamente proporremo appello”, è stato il commento dell’avvocato Raffaella Scutieri, difensore di Mirko Ieni, a commento alla sentenza pronunciata per l’inchiesta su un giro di prostituzione a Roma in cui erano coinvolte anche due minorenni.

“Assoluta soddisfazione” per la sentenza è stata invece espressa dal procuratore aggiunto Maria Monteleone e dal pm Cristiana Macchiusi. “L’impianto accusatorio – hanno aggiunto – è stato pienamente condiviso dal gup”.

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