Santulli: “Dimissioni? Meglio il dialogo e il confronto”

di Antonio Arduino

 Aversa. Se le chiedessero di rassegnare le dimissioni da consigliere comunale firmando un documento che, si dice, sarebbe stato sottoscritto da un nutrito numero di suoi colleghi decisi a far concludere attuale esperienza amministrativa sarebbe d’accordo?

Questa la domanda che abbiamo posto a Paolo Santulli, consigliere comunale, esponente del Nuovo Centro Destra e componente dell’assemblea nazionale del partito di Alfano.

“Sarebbe una soluzione radicale che non mi trova sostanzialmente predisposto a priori. Personalmente – dice Santulli – cerco sempre soluzioni fondate sul dialogo e credo che se come me facessero tanti altri, probabilmente le soluzioni potrebbero essere trovate. Senza dialogo, senza confronto, senza possibilità di integrazione, senza aperture non si va da nessuna parte e poi i processi si concludono naturalmente”.

“Mi auguro – continua – che possa cambiare qualcosa perché, se non ci sono mutamenti, non credo che vi siano soluzioni. O si cambia o si cambia. Nel senso che o si cambia cercando di recuperare, per quanto riguarda la maggioranza, un allargamento o una ripresa del dialogo con i cosiddetti dissidenti per ricostruire la maggioranza uscita dalle urne oppure non credo sia possibile, con i numeri risicati che ci sono e con le fibrillazioni in atto, dare alla città le risposte che merita e tenuto conto che questa città merita rispetto ritengo che chi naturalmente guida questo processo debba prenderne atto”.

Insomma, per Santulli non ha senso parlare di imporre con la forza delle dimissioni una conclusione anzitempo all’attuale esperienza amministrativa. Meglio continuare, magari facendo tesoro del risultato uscito dalle urne che ha dimostrato la necessità delle anime del centro destra di essere unite per rappresentare il secondo polo del paese, in contrapposizione al Pd, e l’efficacia della collaborazione del centro destra, espresso da Alfano con il Pd, Un partito che oggi, secondo l’ex parlamentare, non rappresenterebbe più la sinistra storica ma potrebbe essere considerato una nuova democrazia cristiana. Cosicché non esisterebbero preclusioni ad una collaborazione del centro destra con il Partito democratico.

“Del resto nel governo nazionale – ricorda Santulli – il Nuovo Centrodestra dialoga già con il Pd, collaborando con Renzi nell’affrontare e cercare soluzioni ai problemi del paese”. “Tornando gli equilibri locali creati dal voto europeo, al di là del risultato elettorale, senza voler togliere meriti al suo rappresentante in consiglio, fino ad oggi – dice il consigliere – il Pd ha prodotto molto poco e per essere alternativo al centro destra deve crescere come partito”. “Analizzando il voto si capisce – conclude Santulli – che l’elettorato non ha votato Renzi ma ha difeso il paese dal populismo di Grillo”.

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