Ats: “L’albero mancante specchio del disinteresse per la citta’”

di Redazione

 Orta di Atella. L’associazione Libera Ats, attraverso il suo presidente Salvatore Sorvillo, vuole evidenziare quanto avvenuto ad Orta di Atella durante le festività natalizie, ovvero la totale assenza di un albero di natale in piazza.

“Anche quest’anno– dice Sorvillo – l’amministrazione comunale con a capo il sindaco Angelo Brancaccio si è dimostrata più attenta ai propri fabbisogni, che, a dare un segnale ai cittadini, ai bambini, della presenza delle festività natalizie. Sembra assurdo che mio figlio di soli 8 anni debba esortare dicendomi ‘Papà dobbiamo dire all’amministrazione comunale di istituire un fondo per comprare un albero di natale da mettere in piazza’. Mai parole furono più giuste e sincere. Queste parole ci fanno capire la totale assenza delle istutuzioni locali, il totale disinteresse di chi ci governa per il popolo, basti vedere i comuni limitrofi, cosa hanno sistemato in piazza e sulla casa comuale, ma purtroppo, ad Orta di Atella, i soldi non si debbono spendere per le luminarie o gli adobbi, si debbono impegnare e spereperare per i decreti e decretini del personale esterno, per i progetti ed incarichi, pagati si, ma mai realizzati, per gli avvocati che debbono difendere un ente su questioni che la stessa amministrazione in passato ha voluto, e che ne è l’artefice”.

“Ricordiamoci che chi ci governa ora – continua Sorvillo – è sempre lo stesso di vent’anni fa, è sempre lo stesso soggetto che promette, nel programma elettorale, una piscina, un mercato chiuso, un teatro, e tanti interventi sociali, ed è sempre lo stesso soggetto che ha permesso l’edificazione abnorme ed incontrollata del territorio, soprattutto gli uffici, in alcune zone. Una domanda sorge spontanea: visto che si urla sempre che tutta l’edificazione incontrollata del territorio è stata voluta dai tecnici esterni, presenti sul Comune, si ritiene doveroso capire se il sindaco è stato talmente distratto da farsi fregare da questi soggetti, oppure i tecnici erano, e sono, capaci di farla in barba ad un’intera amministrazione comunale ed ai dirigenti comunali? I terreni delle infrastrutture sono sempre e solo privi di ogni interveto comunale, pardon la piazza di via Clanio è stata fatta ma non vi è alcuna pianta, albero o abbellimento, ma c’è. I fabbricati ora vengono visionati con la lente di ingrandimento, prima si è fatto edificare con garanzie ed appoggi, ora le concessioni sono discutibili, sono illeggittime, sono da ritirarsi. Tutto bene, perfetto, ma dal 1999, anno in cui Orta si è dotata di piano regolatore, chi è che ha gestito la macchina comunale? Le varie delibere e varianti chi le ha caldeggiate, chi le ha volute, chi le ha fatte utilizzare, chi ha governato l’edificazione del territorio, programmando le infrastrutture, che pari passo dovevano sorgere in concomitanza con i palazzi?”.

“Attualmente – aggiunge Sorvillo – l’amministrazione comunale sta puntando tutto sul Puc quale strumento di salvaguardia del territorio, quale sanatoria di fatti e misfatti. Ma bisogna capire se vi sono padrini o padroni del territorio, anche il parroco in chiesa dice sempre che non è lui il padrone ma un altro, lì va bene, perché c’è il verbo, ma sul comune non dovrebbero essere i cittadini i padroni della casa comunale? Inoltre, non ci si accorge, che, sul fronte delle tasse, attualmente l’amministrazione comunale si è fatta pagare i tributi dell’anno nuovo in anticipo, sia con aliquote ed aggiunte, anche quelle ancora non in essere. Sembra che quest’amministrazione non voglia far nulla se non sistemare le proprie cose, anzi, come disse un caro amico, questi amministratori pensano che il Comune sia cosa propria, ma anche le maggiori dittature, terminano, fanno il loro tempo. Basti osservare i vari Consigli comunali che oramai hanno un solo ritornello, un solo filone, l’arrampicarsi sugli specchi di quest’amministrazione, con a capo un soggetto che non ha carisma, non ha progetti politici, se non quelli di terrore o di accuse agli avversari. Ricordatevi che chi ad Orta pensa con il proprio cervello deve essere emarginato”.

“Un suggerimento – conclude Sorvillo – ai signori consiglieri: dimettetevi, almeno possiamo salvare il salvabile, ovvero un territorio che ancora può dare molto. Attendiamo fiduciosi la risposta del popolo ortese che, certamente, non si farà attendere”.

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