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GRICIGNANO. In vista dellapprovazione del nuovo Piano Urbanistico Comunale riceviamo e pubblichiamo unanalisi tracciata dal giovane architetto gricignanese Antonio Tessitore.
Il duro giudizio espresso da Quaroni sulla categoria dei suoi e nostri colleghi mette in risalto la diffusione della figura ibrida del progettistapolitico che, al di là di ogni altra considerazione, evidenzia in modo lampante lirrilevanza alla quale viene condannata dalla prassi corrente la nostra disciplina: per ottenere risultati tangibili è necessario indossare la casacca del politico con continuità e dedizione fare un altro mestiere trascurando la matita, con gli ovvi risultati che ne derivano. La fabbricazione del piano urbanistico di una città è un atto eminentemente politico, rispetto al quale il progettista è chiamato a svolgere il ruolo di consulente tecnico dellAmministrazione, lasciando ai componenti di questultima il loro mestiere di aggregazione del consenso intorno alle scelte di piano e di sintesi politica. In una situazione di generale confusione dei ruoli, aggravata dallappesantimento delle procedure e dalla drammaticità delle condizioni di molte realtà urbane, il lavoro dellurbanista diventa per esperienza di ogni leale operatore del settore sempre più difficile e, contemporaneamente, inefficace. Facendo un paragone che rimane nella storia della nostra disciplina, è come se si chiedesse ad un chirurgo dallincerta professionalità di operare un malato molto grave, utilizzando strumenti vetusti o comunque inadeguati: nel più vantaggioso dei casi la situazione del paziente è destinata a non migliorare. Le difficoltà a cui si va incontro non sono tuttavia un alibi per non operare: mai come oggi il territorio, i paesaggi e gli spazi urbani sono aggrediti da trasformazioni che ne minacciano la dilapidazione o il degrado e quindi urge la pianificazione (o il governo del territorio che dir si voglia). [Leonardo Benevolo piano urbanistico comunale di Acerra 2009]
Invece, per quanto riguarda laspetto tecnico:
La legge urbanistica regionale n. 16/2004 scinde, come chiarito dallart. 9 del Regolamento regionale n.5 dellagosto del 2011, le previsioni urbanistiche comunali in due livelli: strutturale ed operativo.
La divisione del piano urbanistico comunale (il vecchio Piano regolatore generale della Legge urbanistica nazionale n. 1150/1942) in previsioni strutturali e previsioni programmatiche previsto dalla legge regionale campana accoglie le proposte avanzate dallIstituto Nazionale di Urbanistica (INU) negli anni 80 e 90 e sperimentate in alcune Regioni sin dalla metà degli anni 90 (in primis: Toscana ed Emilia Romagna).
La riforma nasce dalla constatazione del basso livello di attuazione delle previsioni dei vecchi Prg e dalla volontà di riequilibrare il regime giuridico delle destinazioni pubbliche con quelle dinteresse privato: le previsioni strutturali, avendo valore di tipo previsionale e non prescrittivo, configurano un disegno generale (masterplan) che incide direttamente sul territorio (e sulla proprietà privata) solo relativamente ad un sistema di invarianti territoriali elementi emergenti e/o relativi a vincoli provenienti da provvedimenti dello Stato e delle Regioni per le quali è solo possibile, come sancito dalla Corte costituzionale, comprimere ledificabilità privata senza indennizzo. Per questo il masterplan strutturale, deve essere, anche graficamente, un prodotto più schematico del vecchio, iperdisegnato e rigido, Piano regolatore generale; il masterplan recepisce gli elementi di struttura delineati dal quadro sovraordinato (ad esempio dal Piano territoriale di coordinamento provinciale), delimita le aree che vanno sottoposte a regime di tutela a tempo indeterminato e costruisce lossatura progettuale del piano. Sia le previsioni di espansione (residenziale, produttiva), sia le previsioni di servizi pubblici assumono invece mero carattere schematico, essendo demandato ai piani operativi (o programmatici) la loro individuazione, il loro dimensionamento e le priorità di attuazione.
[Il Piano urbanistico comunale: principali differenze concettuali rispetto al vecchio PRG]
Quello che si percepisce oggi a Gricignano è un degrado che va dalla mancanza di servizi primari, allassenza di regolamentazione di intere zone, compagine urbana caotica, con gravi deficienze nelle infrastrutture, anche primarie, e nella dotazione di servizi pubblici in generale. Da queste indicazioni, quello che proporrei è di redigere un piano a piccoli passi (intesi come vari step) perché il piano va discusso e definito con la società locale, magari attraverso un percorso partecipativo che attraversi tutta la città per stimolare, parlare, e ascoltare, ovviamente mantenendo sempre distinte le due sfere: quella della gestione tecnica dellurbanistica e quella della gestione politica del piano.
Ecco che tutti finalmente (Tecnici, Amministratori, Cittadini) potrebbero parlare la stessa lingua, ma attenzione a non incentrare il dibattito esclusivamente intorno a “indici edificatori; invece di introdurre una volta e per tutte, nuovi concetti; concetti concreti, inerenti la forma ed il funzionamento della città, salvaguardare luso agricolo del suolo, zone di completamento con lobiettivo prioritario delledilizia sociale, ristrutturazione e riqualificazione del patrimonio abitativo inutilizzato o sottoutilizzato, introdurre una politica green diffondendo buone pratiche che riguardino la tutela e la valorizzazione delledificato esistente, attraverso la promozione del risparmio energetico, delle energie rinnovabili e delluso intelligente dellenergia con la necessità di provvedere alla manutenzione del territorio, ponendo l’accento sul reale bisogno di mitigare i rischi e valorizzare le risorse. Antonio Tessitore