Il mistero di Los Roques: il cellulare di Missoni squillava domenica

di Mena Grimaldi

 LOS ROQUES. E’ sempre più misteriosa la scomparsa dell’aereo sul quale viaggiavano Vittorio Missoni, la moglie e altri tre italiani sulla tratta Los Roques-Caracas.

I cellulari delle persone a bordo, infatti, continuarono a squillare anche dopo la scomparsa del velivolo. Ad affermalo, in un’intervista esclusiva sul settimanale Oggi in edicola il 16 gennaio, un amico di Missoni, Renato Della Valle.

Le sue parole al settimanale “Oggi” rafforzano l’ipotesi del dirottamento (e non dell’inabissamento come sostenuto fin dal primo momento dalle autorità venezuelane) dell’aereo bimotore Norman BN-2° di fabbricazione britannica scomparso sulla rotta Los Roques-Caracas venerdì 4 gennaio. Tanto più che le famiglie dei dispersi hanno anche inviato in Venezuela un emissario per vagliare proprio questa sconvolgente ipotesi.

“Domenica mattina, intorno alle 10:30 – ha raccontato Della Valle – ero all’aeroporto di Roma Fiumicino in partenza per Londra quando ho saputo per telefono da un amico della scomparsa, per caduta in mare, dell’aereo con il gruppo di Vittorio, il pilota e il copilota. Allarmato, ho cercato al telefono Tania, la prima moglie di Vittorio e madre dei suoi figli. Ma, data la forte emozione, ho scoperto subito dopo di aver composto il numero di cellulare di Vittorio, e non quello di Tania: il telefonino chiamato, quello di Vittorio appunto, ha squillato a vuoto. Ho mollato e richiamato il numero corretto di Tania, la quale in un primo momento non mi ha risposto. Le ho mandato un sms – ha proseguito – per chiedere se era ancora valido il numero di Vittorio. Lei mi ha mandato un messaggio confermandomi la validità del numero e chiedendomi quando lo avessi composto. ‘Pochi minuti fa’, le ho risposto, e in lei si è riaccesa la speranza, perché le ho spiegato che, a dire degli esperti di telecomunicazione, se Vittorio fosse stato in mare, il suo telefono non avrebbe dovuto squillare. Quel cellulare era sicuramente a terra”.

A rafforzare l’ipotesi del dirottamento, c’è anche la notizia per cui il telefonino della Scalvenzi suonava a vuoto due giorni dopo la scomparsa dell’aereo. Inoltre, Secondo Mario Pica, ex pilota dell’aeronautica militare italiana e perito tecnico in molte inchieste, “Se non si trova nulla, se non c’è un solo indizio dell’incidente, quel velivolo non è precipitato”.

“Perché una traccia riaffiora sempre – ha spiegato – Perché se un aereo sparisce in mare c’è un sistema di segnalazione collegato alla scatola nera che si attiva automaticamente a contatto con l’acqua e indica la posizione del velivolo. Quindi devo pensare a un dirottamento”.

Pica però non pensa a un’azione dei Narcos: “Il Britten Norman BN-24A Islander è troppo piccolo, non è un tipo di velivolo appetibile per i signori della droga. Ma potrebbe essere stato organizzato un sequestro per ottenere un riscatto o uno scambio di prigionieri. Le autorità colombiane spesso arrestano personaggi coinvolti nel traffico di cocaina e a volte sono costrette ad accettare lo scambio con ostaggi sequestrati.

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