Elezioni, il Pd aversano sempre più diviso

di Redazione

Stefano GrazianoNicola CaputoAVERSA. Partito Democratico sempre più diviso. Sono trascorsi cinque anni da quando gli allora Democratici di sinistra e la Margherita implosero miseramente dopo che una classe dirigente ottusa politicamente li portò al massacro in maniera plateale, …

… ma la lezione sembra non essere stata assimilata da buona parte di quella dirigenza che sta correndo il serio rischio di ripresentare il maggiore partito di centrosinistra del Paese diviso ad Aversa in vista delle elezioni amministrative della prossima primavera. Le due anime aversane del Pd, quella vicina al consigliere regionale Nicola Caputo, e quella (a cui fa capo il segretario cittadino Mariano D’Amore) legata al parlamentare folliniano Stefano Graziano sembrano preoccuparsi solo del contingente, senza guardare al futuro.

Una sensazione, ovviamente, anche se le dichiarazioni dei capi e capetti locali, dal segretario provinciale Dario Abbate, passando per i due onorevoli, e finendo al segretario cittadino, parlano in maniera lapidaria (e anche statica) di una ricerca dell’unità che sembra ricordare quella del “tutti mi vogliono, ma nessuno mi piglia”. A ben guardare, infatti, la strategia di entrambe le fazioni in campo sembra essere quella del partecipare alla competizione elettorale prossima per onore di firma, non per cercare di costruire uno schieramento di centro sinistra credibile, che vada al di là dello stesso Partito Democratico, coinvolgendo soggetti politici e personalità che riescano a togliere al centrodestra parte di quel sessanta per cento uscito dalle urne nel 2007, tanto da dare vita (anche grazie ai fuoriusciti di “Progetto Democratico per Aversa”, dispersi in mille rivoli, ma tutti, ad eccezione di Peppe Stabile, seduti saldamente sul carro del vincitore, con un salto della quaglia da fare invidia e senza alcuna perplessità di finire dall’altra parte della barricata) ad una maggioranza talmente ampia della quale non aveva goduto nemmeno la vecchia Democrazia Cristiana dei Bisceglia e Cascella.

Una situazione che rischia seriamente di minare qualsiasi iniziativa sia in programma nel centro sinistra cittadino, con la sensazione di divisioni e lacerazioni interne che si trasmette agli aversani, sia nella stessa sinistra tout court. Il problema è tutto interno ai Democratici aversani e và risolto al più presto se è vero che, come si legge nel documento approvato il 4 gennaio scorso dall’assemblea del circolo aversano: “In questo rinnovato quadro, l’importanza di vedere le forze del centrosinistra operare nel modo più unitario possibile nel percorso di aggregazione delle forze disponibili a ‘voltare pagina’ non può sfuggire a nessuno. E’ altresì evidente che, lungo questo percorso, nessun cedimento potrà essere lasciato a logiche minoritarie o a pregiudiziali ideologiche, che fatalmente restringerebbero in modo aprioristico la possibilità di costruire un ampio fronte sociale e politico che, dopo un decennio di declino, riporti autenticamente il governo della città a servizio dei reali bisogni della popolazione”.

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