Morta la donna data alle fiamme dal marito

di Mena Grimaldi

Luciano Brancaccio e Rosa SequinoORTA DI ATELLA. Rosa Sequino, la donna che mercoledì scorso era stata bruciata dal marito, non ce l’ha fatta.

La donna, 44 anni, di origini campane ma residente nel comune di Bevagna (Perugia), è deceduta all’ospedale Sant’Eugenio di Roma dove era stata trasferita d’urgenza a causa delle gravi ustioni riportate. Mercoledì scorso il marito di Rosa, Luciano Brancaccio, originario di Orta di Atella, ha cosparso la moglie di benzina e le ha dato fuoco. Il gesto, come ha spiegato lo stesso Brancaccio ai carabinieri, sarebbe nato dalla volontà di spaventare la moglie e non quello di ucciderla. “Non volevo ammazzarla, l’idea di buttargli addosso la benzina ce l’ho avuto solo perché volevo spaventarla, poi la situazione è degenerata”.

Sono state queste le prime confessioni di Brancaccio di fronte al sostituto procuratore, Flaminio Monteleone. “Quando ho avvicinato l’accendino acceso era solo per mettergli tanta paura, ma è scoppiato il finimondo”, ha detto al magistrato il quarantenne che subito dopo aver dato fuoco alla moglie ha chiamato lui stesso i carabinieri ammettendo di aver commesso il folle gesto.

Al momento, gli inquirenti stanno ricostruendo l’intero mosaico della situazione familiare di Brancaccio. Sembra, infatti, che i due avessero un burrascoso rapporto già da molti anni. Pur risiedendo formalmente con la moglie e i tre figli a Bevagna, Brancaccio aveva da almeno un paio d’anni una relazione con una donna di Gubbio. Dal quadro emerso finora dai racconti dell’uomo, sembra che a fargli perdere definitivamente la testa sia stata la consapevolezza o il semplice sospetto che anche Rosa avesse avviato una relazione con un altro uomo. Ciò che lui faceva da anni doveva, insomma, essere precluso alla moglie con la quale le cose non andavano più bene da molto tempo, tanto che ormai si era deciso per la separazione.

I coniugi litigavano in continuazione e, seppur non risulti alcun precedente episodio di violenza ai danni della donna, sembra che il figlio maggiore di diciassette anni avesse messo in guardia la mamma dal salire in macchina con il padre mercoledì mattina quando Brancaccio le aveva detto che si sarebbero recati ad un appuntamento con l’avvocato a Todi per parlare della separazione legale. Al momento i tre figli della coppia di 17, 16 e 14 anni sono stati affidati ai servizi sociali.

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