Mediatrade, Berlusconi torna in tribunale: udienza rinviata al 4 aprile

di Redazione

Silvio Berlusconi saluta i suoi sostenitori fuori dal tribunale di MilanoMILANO.Dopo otto anni il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, torna ad entrare in un’aula di tribunale, stavolta per l’udienza preliminare del processo Mediatrade che riguarda presunte irregolarità sulla compravendita dei diritti tv.

Udienza terminata intorno alle 11.30 e rinviata al 4 aprile. Il premier è salito alsettimo piano del Palazzo di giustizia di Milano, letteralmente blindato dalle forze dell’ordine. Davanti al gup Maria Vicidomini, deve rispondere delle accuse di frode fiscale e appropriazione indebita per vicende legate all’acquisizione negli Usa di diritti televisivi per la trasmissione di film. Il corteo delle auto che lo ha accompagnato è stato salutato da urla di incoraggiamento dei sostenitori del premier, molti dei quali anno esposto delle bandiere e un cartello con scritto “Silvio devi resistere”. In precedenza, le forze dell’ordine avevano collocato alcune transenne per tenere lontano decine di troupe e di giornalisti, molti dei quali di testate estere. Le vie d’accesso all’ufficio del gup sono state poste sotto presidio e il premier è stato fatto salire da un’ascensore interno. All’uscita, Berlusconi si è fermato dinanzi al palazzo di giustizia, salendo sul predellino dell’auto e salutando la folla.

Prima di andare a Palazzo di giustizia, il premier era intervenuto alla “Telefonata” su Canale 5. “Il processo Mediatrade – ha detto – rientra come quelli precedenti in un tentativo che viene fatto per cercare di eliminare il maggiore ostacolo che la sinistra ha nella conquista del potere. Sono accuse infondate e ridicole”. “Io in Mediaset non mi sono mai occupato dell’acquisto di diritti tv. – ha detto Berlusconi – Dal gennaio 1994, quando sono sceso in politica, mi sono allontanato dalle aziende che ho fondato. I diritti tv venivano acquistati da una sezione di Mediaset che passavano all’ufficio acquisti i film da comprare”.

“Non c’è stato un solo dollaro che è passato da me ad Agrama. – ha sottolineato il Cavaliere – Le accuse per il processo Mediatrade risalgono a fatti dei primi anni 90 per l’acquisto di film e telefilm prodotti dalla Paramount che passavano attraverso un imprenditore americano che aveva un ottimo rapporto con i vertici. L’accusa è infondata perché non c’è prova. Ho conosciuto Frank Agrama due volte negli anni ’80 e non l’ho mai più visto.

Dal gennaio 1994, quando sono sceso in politica, mi sono allontanato dalle aziende che ho fondato. I diritti tv venivano acquistati da una sezione di Mediaset che passava poi all’ufficio acquisti i film da comprare. Anche le indagini hanno mostrato che tutti gli utili che questo intermediario ha fatto sono stati rintracciati in conti di sua pertinenza. Nel corso degli anni il signor Agrama ha versato somme di denaro importanti a dirigenti Mediaset e qui la domanda che viene fuori è questa: è possibile che un imprenditore paghi parecchi milioni di euro al capo dell’ufficio acquisti della sua azienda che fa la cresta sugli acquisti? E’ impossibile e invece la Procura di Milano ha risposto di sì, dimostrando di avere una volontà persecutoria”.

“Sono l’uomo più imputato della storia e dell’universo, – ha ribadito ancora una volta Berlusconi – C’è una volontà persecutoria nei miei confronti. E’ il 25° dei processi a cui io partecipo come imputato: 24 conclusi con archiviazione e assoluzione con formula piena per non aver commesso i fatti. Me ne restano sei: cinque civili e uno penale. Ci sono state 2.564 udienze contro di me e contro il mio gruppo. In 17 anni sono oltre 1000 i magistrati che se ne sono occupati senza successo. E continuano, sapendo bene di non poter arrivare a condanna, ma mettendomi sui giornali di tutto il mondo e gettando fango su di me e sulle mie aziende, e facendomi perdere un sacco di tempo e di soldi”.

Berlusconi guardaperò soprattutto al processo Ruby, che prenderà il via il 6 aprile. “Voglio essere presente in aula – dice il premier – e spiegare alla persone come stanno veramente le cose”.

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