Roma, ordigno esplosivo trovato sulla metro: “Non poteva esplodere”

di Redazione

 ROMA. Allarme bomba alla stazione di Rebibbia della metropolitana di Roma dove è stato rinvenuto e disinnescato dagli artificieri un ordigno all’interno di un vagone della linea B, sul “binario tronchino”, nell’area dove vengono effettuate le manovre dei treni, a circa 400 metri dalla zona passeggeri.

Intorno alle 10 di martedì, un macchinista ha visto sotto un sedile del convoglio una busta delle spesa con dentro una scatola: c’erano fili, batterie e un’antenna. In quel momento il treno era vuoto e il macchinista ha allertato i superiori e le forze dell’ordine. Sul posto sono intervenuti vigili del fuoco e carabinieri.

Un ordigno artigianale, costituito da due tubi collegati con fili elettrici e pieni di polvere pirica. Potrebbe trattarsi di una “pipe bomb”. Gli artificieri hanno messo in sicurezza l’area ed esaminato il manufatto per comprendere se poteva esplodere sul posto o se fosse destinato ad essere portato altrove. Al vaglio i filmati delle telecamere di sorveglianza.

Nessuna ripercussione sul servizio della metropolitana dopo il ritrovamento dell’ordigno. Secondo quanto riferisce Atac, infatti, il servizio della metropolitana è proseguito regolarmente senza nessuna interruzione. La zona in cui è stato trovato l’ordigno, esterna alla stazione, è stata messa in sicurezza.

Potrebbe essere sostanzialmente “una provocazione” o un’azione dimostrativa. Lo ha detto il comandante provinciale dei carabinieri di Roma, colonnello Maurizio Mezzavilla. “L’ordigno era privo di innesco – ha aggiunto Mezzavilla – e mai avrebbe potuto funzionare”. Nella zona dove è stato ritrovato l’ordigno non ci sono telecamere poiché – ha spiegato il colonnello dell’Arma – è una zona neutra. Un atto allarmistico e intimidatorio, un gesto dimostrativo senza nessuna finalità di fare danni. È questa la lettura che investigatori e intelligence danno dell’ordigno rudimentale ritrovato su un vagone della linea B della metropolitana di Roma. Probabilmente, si sottolinea, di un singolo e non di un gruppo o un’organizzazione strutturata. Nella scatola in cui era contenuto l’ordigno, inoltre, non c’era alcuna rivendicazione, che non è arrivata neanche a redazioni di giornali o a siti internet. Lo scopo di chi ha lasciato la scatola con i tubi sul vagone della metropolitana, fanno notare sia gli investigatori che gli 007, sembra piuttosto chiaro: l’ordigno non poteva in alcun modo esplodere e dunque chi l’ha messa non aveva alcuna intenzione di fare male.

“Dopo ulteriori verifiche con gli artificieri risulta che l’ordigno non poteva esplodere, perchè il rudimentale congegno non era in grado di provocare un’esplosione”, ha detto il sindaco di Roma Gianni Alemanno che in un primo tempo aveva definito “preoccupante” l’annuncio del ritrovamento. “Dopo aver sentito il Prefetto e il Questore – ha aggiunto il sindaco – posso garantire ai cittadini che tutte le stazioni della metro sono state controllate e bonificate e che quindi non ci sono ulteriori pericoli. Ringrazio Atac e le forze dell’ordine per il pronto intervento e per l’immediata individuazione del problema, che dimostra come il nostro sistema di sicurezza abbia funzionato perfettamente”.

Porto e detenzione di materiale esplodente. Questi i reati per i quali procedera la Procura in merito al ritrovamento questa mattina di un rudimentale ordigno alla stazione della metropolitana della linea B di Rebibbia. Il fascicolo, contro ignoti, sara aperto a breve non appena arrivera negli uffici di piazzale Clodio una relazione degli investigatori, carabinieri e vigili del fuoco. Le indagini, affidate al procuratore aggiunto Pietro Saviotti che coordina il pool antiterrorismo, potrebbero anche ipotizzare anche altri reati alla luce degli accertamenti e della visione delle immagini a circuito chiuso della metropolitana.

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