Morta dopo operazione ad ernia: il padre di Ayo scrive a Napolitano

di Redazione

AyoAVERSA. Un padre che non si arrende, il grido chiaro di chi soffre, di chi chiede di sapere perché non può più abbracciare sua figlia, una piccola stella di 4 anni, ricoverata presso il Policlinico di Napoli per un’ernia ombelicale, e successivamente deceduta.

Mobo Okesola ha scritto un’accorata lettera al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, chiedendogli di far luce su questa dolorosa vicenda, sulla morte della piccola Ayomiku, “Ayo” per gli amici, una morte assurda e, secondo il padre, strana.

Pubblichiamo la lettera integrale di Mobo Okesola. “Mi chiamo Mobo Okesola, sono un cittadino nigeriano e da 27 anni vivo in questo paese, precisamente ad Aversa, in provincia di Caserta. Sono il papà di “Ayo”-Ayomiku-. Mia figlia aveva solo 4 anni e mezzo quando il 21 aprile 2010 è stata uccisa. Ayo, era stata ricoverata presso il Secondo Policlinico di Napoli, dopo tutti gli accertamenti dovuti, per subire un semplice intervento di ernia ombelicale ma è stata uccisa prima dalla negligenza dell’anestesista e poi dalla superficialità dei medici e degli infermieri. Nel 2006 persi mia moglie per un male incurabile dovuto anche agli errori di valutazione mediche.

E’ da quel maledetto 21 aprile la mia vita è ancora più distrutta; piango quasi tutti i giorni per i ricordi, le circostanze, i luoghi e gli eventi che ogni giorno mi portano mia figlia davanti al cuore. Esattamente l’anno scorso, in questo periodo natalizio, ogni volta che passavamo davanti ad un negozio di articoli natalizi per andare a scuola, lei mi diceva: “Papà fammi vedere Babbo Natale, la neve, lo scoiattolo, etc”. Ieri mi sono messo a piangere vedendo l’allestimento di questo negozio, tutti questi ricordi fanno male.

Ma sento ancora più male a pensare e ad immaginare che fino ad oggi, che vi sto scrivendo, nessuno mi ha dato risposte circa le cause della morte di mia figlia. Non ho ricevuto nemmeno un conforto da parte dei colpevoli, cioè dei medici e dei dirigenti del Policlinico; perché sono sicuro al 100% che mia figlia fu uccisa prima dalla negligenza dell’anestesista e dalla superficialità di medici e infermieri dopo, è un buio totale.

Sono passati 8 mesi da quel 21 aprile, e ancora non si conosce il risultato dell’autopsia e degli esami tossicologici effettuati. Non so nemmeno se quel medico anestesista sta ancora esercitando, senza rimorsi, oppure se ha ricevuto un provvedimento disciplinare. Sono molto preoccupato perché inizio a pensare che si vogliano nascondere le vere cause della morte di mia figlia, altrimenti non si capisce perché è passato questo tempo, cioè 8 mesi per sapere l’esito dell’autopsia e della tossicologia di questa assurda tragedia. Chiedo aiuto per sapere qualcosa, perché non è possibile che a noi ci piangono i cuori ogni giorno di più mentre probabilmente i responsabili di questa tragedia sono sereni a godere la loro vita con la loro famiglia come se niente fosse.

Mia figlia “Ayo” non c’è più, e anche i cuori di tante altre persone stanno marcendo nel dolore per la perdita di “Ayo”. Chiedo l’aiuto di tutti , perché la situazione è un continuo incubo e angoscia che tocca direttamente e indirettamente a noi tutti , per sapere se i responsabili di questa tragedia hanno avuto un provvedimento disciplinare prima che commettano un’altra tragedia. Voglio sapere qualcosa perché la vita umana non è quella della gallina, anche quella della gallina si dispiace quando viene persa in maniera non propria. Grazie per il vostro tempo e l’attenzione dedicatami nel leggere questa mia lettera”.

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